Ultimi giorni per la sanatoria: le indicazioni dell’Inps

Sanatoria, ultimi giorni per chiudere le domande ancora aperte. L’Inps ha diramato ieri una nuova circolare sui procedimenti di emersione dal lavoro nero per gli extracomunitari, che ha interessato circa 100mila clandestini nella finestra aperta dal 15 settembre al 15 ottobre. L’iter, nonostante siano passati diversi mesi, non è ancora concluso per via delle migliaia di domande incomplete o dai moduli mancanti, che sono pervenute agli sportelli  nel mese di spinta alle regolarizzazioni. Tutt’altro che rari anche i casi in cui il datore di lavoro abbia versato la quota una tantum di 1.000 euro per il lavoratore, senza allegare la corrispondente domanda con le generalità dell’interessato. E proprio a quest’ultima categoria è rivolto un capitolo della nuova circolare, che sottolinea la scadenza del termine per completare le procedure al 31 gennaio prossimo. Per chi ha saldato il pagamento, ma non ha provveduto alla compilazione delle domande, il documento Inps sottolinea che basterà riportare il proprio codice fiscale e quello identificativo del lavoratore proposto per l’emersione, negli appositi campi sul modello F24 utilizzato per il versamento. Questo, spiega l’Inps, perché “l’avvenuto pagamento del contributo forfettario può considerarsi manifestazione espressa di volontà del datore di lavoro di procedere alla regolarizzazione del rapporto di lavoro con il cittadino extracomunitario”. Oltretutto, è bene ricordare, la corretta realizzazione delle domande mette i datori di lavoro al riparo da eventuali procedimenti amministrativi e penali riguardo il mancato soddisfacimento degli oneri contributivi, i quali, comunque, in sede di emersione andranno saldati via conguaglio. Altro caso frequente tra le domande inoltrate, è quello dell’inserimento di dati erronei o incompleti: nell’eventualità, il datore di lavoro è chiamato alla correzione tramite apposita comunicazione scritta diretta sempre all’Inps, ricorrendo al modello scaricabile online. È accaduto, però, che fosse lo stesso datore di lavoro ad accorgersi di aver comunicato alcune informazioni inesatte: a tal proposito, per sistemare le domande, spiega l’Inps, bisognerà fare riferimento tanto all’istituto stesso, quanto allo sportello unico per l’immigrazione che ha ricevuto la domanda. Sarà possibile una e una sola modifica alla richiesta, anche se le correzioni dovessero riferirsi a orari di lavoro, regime contrattuale e via dicendo. Quindi, in riferimento a interruzioni improvvise dei rapporti, l’iter per la regolarizzazione, specifica l’istituto previdenziale, andrà comunque portato a termine, prima che il lavoratore venga eventualmente sciolto dai vincoli di subordinazione. Ancora, continua la circolare, non vanno esclusi i casi di decesso, che, nel caso del datore di lavoro, possono portare alla sostituzione del richiedente con un familiare a “sponsorizzare” l’emersione del lavoratore extracomunitario. Per ovviare a questa procedura d’emergenza, bisognerà segnalare il caso allo sportello unico e consegnare all’Insp l’apposita domanda sostitutiva. Nel caso estremo di decesso, con impossibilità di subentro da parte di un congiunto, la domanda andrà intesa come cessazione del rapporto di lavoro, che andrà comunicato solo per via telefonica. Il numero? 800.803.164 che sarà il riferimento anche per l’inoltro via fax delle comunicazioni di completamento – o di ritocco – della domanda di emersione, così come riporta l’allegato alla circolare.

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