Tremonti: «Manovra? Solo manutenzioni»

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Nessuna manovra «lacrime e sangue»: non c’è stata durante la crisi e non ci sarà nel periodo 2013-2014, quando il governo gestirà il percorso di riduzione del deficit per arrivare attorno allo 0% e al pareggio di bilancio nel 2014. Non vi saranno «provvedimenti di economia» con «impatto drammatico sulle famiglie». Anche se «il grosso degli interventi è previsto per il 2013 e il 2014». È quanto ha assicurato ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, precisando: «Non abbiamo emergenze o urgenze», «non ci sarà alcun intervento drammatico nel 2011 o nel 2012». Il ministro ha chiarito che quest’anno, in merito alle spese a partire dalla data di giugno, vi sarà la «manutenzione» dei conti, come accade ogni anno e non è una novità. Nella conferenza stampa che si è tenuta a conclusione del consiglio dei ministri che ha approvato il Documento di economia e finanza 2011, contenente il Programma di stabilità, analisi e tendenze della finanza pubblica e il Programma nazionale riforma, il premier Silvio Berlusconi ha detto che tutti i ministri erano a conoscenza di quanto contenuto nel Def e nel piano per le riforme. ««Sono stati svolti molti tavoli presso l’Economia, molti incontri, tutti i ministri sono consapevoli di quanto è scritto nel Def», ha rimarcato. E Tremonti ha rivelato che i tavoli si tenevano «tutti i giovedì». Tremonti ha annunciato che a partire da questo mese inizia il cosiddetto «semestre europeo», un «esperimento politico» che mira al coordinamento delle politiche economiche di 27 paesi e che per questo avrà «un’altissima intensità politica» portando a una «fondamentale devoluzione dagli stati nazionali a un’entità federale come quella europea». Il ministro ha difeso l’operato del governo, spiegando che l’Italia non è arrivata in ritardo all’appuntamento della presentazione del Def perchè, come per tutti gli stati europei, la scadenza è il 30 di aprile. In aggiunta, l’Italia non ha anticipato gli interventi prima di quella data perchè, in questa nuova «dimensione europea», nessuno stato – a eccezione del Regno Unito – ha anticipato le misure contenute nei documenti da presentare a Bruxelles. In quanto ai contenuti del piano nazionale di riforma, il ministro ha sostenuto che si tratta «di un’azione con effetti forti sullo sviluppo e piuttosto efficace, a costo zero». Ha confermato che la prima riforma sarà quella fiscale e che il piano per il meridione spazierà dalla fiscalità di vantaggio ai crediti d’imposta. Enfasi verrà data allo snellimento delle procedure per gli appalti e alla creazione dei distretti per il turismo. Con interventi sul processo civile, la ricerca e lo sviluppo, la casa e l’edilizia. Tremonti non ha commentato i dati contenuti nel Def sulla finanza pubblica. Ma ha colto l’occasione per annunciare che lo stock del debito pubblico tedesco ha superato quello italiano. «Noi non siamo più il terzo debito pubblico al mondo perchè in valore assoluto siamo stati superati dalla Germania – ha commentato con una certa soddisfazione -. Ora siamo il quarto debito pubblico al mondo e la Germania è al terzo posto». Ha poi messo in chiaro che il debito pubblico italiano è aumentato perchè è calato il Pil e «non perchè abbiamo fatto spesa pubblica»: al contrario di quanto è avvenuto invece in altri paesi europei. «Per tutti sarà un problema far scendere il debito pubblico a partire dal 2015» ha riconosciuto. Il premier Silvio Berlusconi ha puntualizzato che fino al 2014 il percorso sarà l’azzeramento del deficit e poi dal 2015 gli stati passeranno al piano per ridurre il debito, che sarà di un ventesimo all’anno della parte che eccede il 60% del debito/Pil. E Tremonti ha ricordato che l’Italia, tenendo conto anche degli altri fattori rilevanti (debito privato, risparmio, bilancia commerciale, riforma delle pensioni ecc..), potrà avere qualche spazio di manovra.

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