Timone Ue alla Grecia in cerca di riscatto. Lettonia in euro

Il 2014, anno cruciale per l’Europa che vedrà il rinnovo di tutte le istituzioni, si apre subito con tre test chiave per quello che sarà il tono dei mesi a venire. Il primo gennaio, infatti, segna il via alla presidenza greca dell’Ue, con Atene in cerca di riscatto dopo i salvataggi europei, ma anche l’ingresso della Lettonia nell’euro e la libera circolazione dei lavoratori bulgari e romeni in tutti i paesi Ue.

La Grecia, tuttora sorvegliata speciale della Troika, punta sul semestre di presidenza per ridare credibilità al paese, chiudere prima delle elezioni europee i dossier Ue ancora aperti tra cui l’Unione bancaria, e riuscire ad intascare successi politici sui temi che le stanno a cuore, dalle politiche per crescita e occupazione a immigrazione e strategia marittima. Il governo guidato da Antonis Samarascontinua infatti a perdere consensi, tanto che molti prevedono elezioni anticipate a ottobre, e alcuni già a maggio in tandem con amministrative ed europee. Il premier non ha quindi diritto all’errore: una buona presidenza Ue potrebbe stabilizzare la situazione politica e togliere voce ai partiti anti-Europa sia di estrema sinistra che destra, come Syriza e Alba Dorata che i sondaggi danno in testa. ”Sarà una presidenza di speranza, la speranza di più Europa e di un’Europa migliore”, ha detto Samaras a Bruxelles.

Intanto, sarà una delle presidenze più ”spartane”: il quinto semestre Ue guidato da Atene vedrà unbudget massimo di 50 milioni di euro per circa 140 riunioni che si terranno tutte, all’insegna del‘low cost’, ad Atene e nello stesso edificio. Niente omaggi per le delegazioni, solo block notes e penne, mentre a gestire i lavori saranno 130 funzionari del ministero degli esteri.

Ma austerità e riforme pagano: ”esempio modello” additato dal presidente della Bce Mario Draghi ai paesi in difficoltà, la Lettonia che, contestualmente al passaggio delle consegne tra Lituania e Grecia, farà l’agognato ingresso nell’euro diventandone il 18esimo paese, quando molti chiedono di uscirne. Premio o punizione, si vedrà nei prossimi mesi: la popolazione teme l’aumento di inflazione e disoccupazione, ed è sempre stata contraria all’euro.

Anche perchè, davanti alla peggiore recessione al mondo con un crollo del pil del 25% tra 2008 e 2009, il programma lacrime e sangue con prestiti Ue-Fmi messo in piedi dal premier Valdis Dombrovskis è stato ancora più draconiano, avendo come obiettivo l’ingresso nella moneta unica dal primo gennaio 2014. Ora, però, Riga è il paese con la crescita Ue più forte, prevista oltre il 4% per l’anno a venire.

Altro banco di prova e di impatto sulle elezioni di fine maggio, la fine al 31 dicembre delle limitazioni alla libera circolazione dei lavoratori di Romania e Bulgaria, ancora in vigore in 7 paesi tra cui Francia, Gran Bretagna, Austria, Germania e Olanda.

Lo spauracchio del ‘turismo del welfare‘ è da mesi uno dei cavalli di battaglia del governo britannico, che vuole una modifica in senso restrittivo delle regole Ue. A cavalcare queste inquietudini anche i comuni e i conservatori tedeschi, arrivati a chiedere il blocco degli assegni familiari. Bruxelles ha finora dimostrato la non-esistenza del fenomeno. In Italia le limitazioni sono cadute due anni fa.

(Fonte: Ansa)

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