Tesoro: crescita più bassa ma no a manovre aggiuntive

Fonte: Il Sole 24Ore

Nessuna manovra correttiva. Almeno per ora. Per il ministero dell’Economia il decreto di Ferragosto, da poco approvato dal Parlamento, è «pienamente sufficiente» per conseguire il pareggio di bilancio nel 2013 nonostante il rallentamento della crescita rispetto alle previsioni. Un’ulteriore frenata che sarà ufficializzata oggi dal Governo con il via libera del Consiglio dei ministri alla nota di aggiornamento del Def (il Documento di economia e finanza) con cui le stima di crescita per il 2011 scenderà allo 0,7% dal precedente 1,1 per cento. Saranno rivisti al ribasso anche i dati del 2012, dall’1,3% allo 0,6%, e del 2013, dall’1,5% all’1,2 per cento. In una nota diffusa nella serata di ieri il ministero dell’Economia sottolinea che l’aggiornamento del Def «incorpora stime di crescita aggiornate ad oggi e, pur a fronte di una minore crescita cumulata sull’orizzonte previsivo, prevede sul 2013, come appena confermato dalla Commissione Europea, il raggiungimento del doppio obbiettivo del pareggio di bilancio e di un ampio avanzo primario idoneo a porre il debito pubblico su uno stabile sentiero discendente». Con questa precisazione il ministero guidato da Giulio Tremonti di fatto smentisce le voci che si sono rincorse negli ultimi giorni sulla necessità di un intervento correttivo da almeno 7-8 miliardi per compensare la minor crescita. Per l’Economia a “coprire” la riduzione del Pil sarebbe sufficiente l’aumento dell’Iva inserito nel decreto di Ferragosto che non era stato ancora contabilizzato. L’aggiornamento del Def conterrà anche il nuovo percorso di rientro del deficit scontando l’anticipo del pareggio di bilancio nel 2013: il disavanzo è atteso al 3,9% nel 2011 e all’1,6% nel 2012 per poi arrivare all’azzeramento l’anno successivo. Al di là delle indicazioni del ministero dell’Economia, l’ipotesi di una manovrina correttiva non sarebbe del tutto tramontata: potrebbe infatti rispuntare in procinto del varo della legge di stabilità previsto entro il 15 ottobre. Gli stessi tecnici del Tesoro si stanno preparando all’eventualità di una correzione da 7-8 miliardi affinando nuove griglie di opzioni. Tre gli interventi su cui si stanno concentrando i tecnici di via XX Settembre: pensioni, con una stretta sulle “anzianità” che potrebbe scattare anche vincolando questi trattamenti esclusivamente al metodo contributivo (magari facendo leva sulla delega assistenziale); patrimoniale ma in versione soft sugli immobili (e anche su altri beni); rendite catastali. A queste possibili misure è legata anche l’entità che potrebbe assumere il pacchetto crescita. Solo da interventi coraggiosi – dalle pensioni alla patrimoniale – potrebbero arrivare risorse che consentirebbero interventi più solidi rispetto a quelli che si profilano per il mini-decreto a costo zero di cui si è discusso martedì al Tesoro e che sarà oggetto di nuovi incontri tecnici la prossima settimana. Di azioni strutturali ha parlato ieri il direttivo di Confindustria, ribadendone l’urgenza rispetto al respiro decennale del piano prospettato da Tremonti. Un nuovo appello in tal senso è arrivato ieri da Rete Imprese Italia e sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera: «Per essere legittimato il governo deve mettere velocemente in moto un grande piano di interventi sia sulla competitività delle imprese sia sul funzionamento del sistema Paese». Per ora, in attesa degli sviluppi politici, si continua a lavorare a un decreto light: un mix di infrastrutture, semplificazioni ed energia senza risorse fresche.

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