Tasi: ok detrazioni, ma solo sulla prima casa

Prevista per oggi la pubblicazione urgente in Gazzetta Ufficiale del “decreto salva Roma”, il provvedimento che ha tenuto in scacco il governo e l’amministrazione capitolina nei giorni scorsi dopo il ritiro improvviso e ora ripresentato con molti caratteri identici alla versione ormai decaduta.
Sembrava tutto pronto, infatti, per approvare il decreto 151/2013 in tempo utile prima della scadenza, fissata al 28 febbraio: per rimanere nei tempi previsti sarebbe servito un tour de force, con approvazione da parte delle Commissioni di Senato e Camera in sede deliberante.
Un programma che, però, è stato bloccato sul nascere, fermato dall’ostruzionismo a Palazzo Madama da parte diLega Nord e MoVimento 5 Stelle, che si sono opposti al testo salvagente per le casse del Comune di Roma, comprensivo anche di altri interventi, come la proroga alla sanatoria delle cartelle di Equitalia.
Poi ci ha pensato il governo a ripresentare il decreto, dopo le minacce del sindaco Ignazio Marino di “bloccare la città” in caso le istituzioni centrali avessero disatteso le speranze del comune capitolino.
Così il decreto oggi finirà immediatamente in G.U. e, come il suo predecessore, interverrà anche su materie differenti da quella per cui nasce, cioè il dissesto finanziario del municipio romano. Su tutte, figura all’interno del decreto anche l’aumento delle aliquote Tasi fino a un massimo di 0,8 per mille, che sarà comunque definito dai comuni.

In generale, trova spazio nel testo la previsione che la Tasi non possa, in alcun caso, oltrepassare il valore dell’Imu 2012: una disposizione che obbligherà, insomma, i comuni a introdurre le detrazioni già previste per l’imposta che, a suo tempo, sostituì l’Ici. Proprio per finanziare l’introduzione delle detrazioni, allora, agli enti locali sarà concesso l’incremento dell’aliquota sulla prima casa che, comunque, non vada oltre lo 0,8 per mille.
I comuni potranno infatti procedere all’aumento fino allo 0,8 per mille della Tasi “purché siano finanziate, relativamente alle abitazioni principali e alle unità ad esse equiparate detrazioni o altre misure”, con effetti equivalenti a quelli sull’Imu.
Sarà sempre il comune a stabilire le scadenze di pagamento della Tari e della Tasi, prevedendo di norma almeno due rate a scadenza semestrale e in modo anche differenziato con riferimento alla Tari e alla Tasi.
Sarà comunque consentito il pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno.

E ok anche alle esenzioni come aggiornate nel 2013. Cioè non dovranno pagare né gli immobili adibiti al culto (nelle parti “non commerciali”) né le onlus. L’orientamento non appare nelle bozze del decreto sugli enti locali (la terza versione del salva-Roma) approvato venerdì dal C.d.M. (> vai al testo) ma sono nella versione definitiva approdata in Gazzetta Ufficiale.
Quindi nero su bianco c’è che certamente 25 immobili della chiesa a Roma, quelli previsti dai patti Lateranensi, saranno del tutto esentati. La partita è non di poco conto se si pensa a tutte le detrazioni ed esenzioni previste nel caso dell’Imu: non dovevano infatti pagare i possessori di abitazione principale e relative pertinenze (nel 2013 le due rate furono cancellate con due distinti decreti), gli alloggi assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (Iacp), dalle Aziende territoriali per l’edilizia residenziale (Ater) o da altro ente di edilizia residenziale pubblica avente le stesse finalità degli Iacp; gli immobili delle cooperative edilizie immobili delle cooperative edilizie, i terreni agricoli, i fabbricati rurali.
Ma anche Forze Armate, di polizia, vigili del fuoco e carriera prefettizia ma anche gli immobili dati in comodato d’uso gratuito dai genitori ai figli; parti degli edifici adibiti al culto e onlus (cioè immobili destinati esclusivamente allo svolgimento di attività previdenziali, assistenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali ricreative e sportive).
L’elenco è dunque lungo ma dovrebbe essere confermato per la nuova imposizione immobiliare.

Secondo quanto contenuto nel decreto, poi, la Tasi verrà pagata tramite modello F24 oppure bollettino di conto corrente postale, mentre la Tari, la controparte della Iuc sui rifiuti, potrà essere saldata anche mediante Mav e Rid.
Proprio riguardo la Tari, il salva Roma introduce alcune agevolazioni per le imprese che, negli ultimi mesi, hanno lamentato veri e propri salassi: saranno esentati i rifiuti speciali assimilati agli urbani che vengono smaltiti dallo stesso produttore dell’imposta che grava sulla spazzatura.

Novità per i comuni italiani: vengono bloccate le procedure esecutive riguardo gli enti che abbiano intrapreso la procedura anti-dissesto e, in aggiunta, per le amministrazioni in scadenza, la relazione di fine mandato è prorogata al prossimo 21 marzo.

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