Tagli in arrivo ma Patto più leggero

Fonte: Il Sole 24 Ore

Una doppia partita: tagli nel segno della nuova spending review “selettiva” con costi standard e alleggerimento del Patto di stabilità per interventi collegati al dissesto idrogeologico e alla manutenzione degli edifici pubblici. Scuole in testa. È quella che si giocherà in autunno sugli enti locali. E il terreno di gioco sarà la prossima legge di stabilità che dovrebbe essere varata tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre ma su cui i tecnici del ministero dell’Economia stanno già gettano e prime basi.

La nuova spending review è un punto fermo nella rotta tracciata per il prossimo anno dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Tanto è vero che per accelerare il più possibile il processo tra la fine di luglio e ferragosto sarà nominato un commissario ad hoc. Saccomanni ha sul tavolo una rosa ristretta di candidature. Nei giorni scorsi si era parlato dell’ex ministro Piero Giarda. Ora i nomi più gettonati sarebbero quelli del capoeconomista dell’Ocse, Carlo Padoan, e di Lucrezia Reichlin, già alla Bce.

In ogni caso la nuova spending review si discosterà da quella adottata dal Governo Monti. E in prima battuta investirà gli enti locali con un taglio selettivo a “sprechi” e spese in eccesso che dovrà garantire dai 2 ai 2,5 miliardi a partire dal 2014. Ma per i Comuni e le Province (finché saranno operative) non è in vista soltanto un nuovo colpo di scure. Oltre alla possibilità di riappropriarsi di tutto il gettito della “nuova” Imu, che dovrebbe essere assicurata dalla (sofferta) riforma della tassazione sugli immobili su cui la maggioranza deve però ancora trovare un’intesa, gli enti locali dovrebbero beneficiare di un allentamento del patto di stabilità interno, con deroghe flessibili per gli interventi collegati al dissesto idrogeologico e quelli di manutenzione degli edifici pubblici. A via XX settembre l’impatto di queste eventuali deroghe non è stato ancora calcolato con precisione, ma i partiti della maggioranza, Pd e Pdl in primis, spingono molto per una versione più soft del Patto, così come l’Anci. Quella che sarà varata tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre si annuncia insomma per i Comuni come una sorta di legge di stabilità dal doppio volto. Da una parte una nuova stretta alla spesa per effetto della spending review rivista e corretta in chiave selettiva alla quale hanno già cominciato a lavorare i tecnici del ministero dell’Economia; dall’altra un primo segnale sul tanto atteso ammorbidimento del patto di stabilità. Ma in quest’ultimo caso resta da superare uno scoglio non proprio trascurabile: il nodo risorse. I fondi potrebbero arrivare proprio dalla ristrutturazione della spesa, che riguarderà progressivamente tutta la pubblica amministrazione e che nel complesso potrebbe consentire all’esecutivo di risparmiare 3-3,5 miliardi a partire dal 2014. Altre risorse potrebbero essere recuperate facendo leva sui nuovi margini di flessibilità su cui potrà contare il Governo a partire dal prossimo anno per effetto dell’uscita dalla procedura Ue di disavanzo eccessivo. Ma per definire con precisione quantità e strumenti da adottare si attenderà l’aggiornamento del Def che dovrebbe arrivare sempre in autunno.

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