Sicurezza urbana e immigrazione, l’ok ai decreti legge: un passo avanti?

di SERGIO BEDESSI

In data 10 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato due decreti legge in materia di sicurezza, pubblicati in G.U. dopo qualche giorno: il primo, d.l. 17 febbraio 2017, n. 13Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale” (entrata in vigore il 18 febbraio), il secondo, d.l. 20 febbraio 2017, n. 14Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, (entrata in vigore il 21 febbraio).
Come al solito, misure strutturali in una materia importante come la sicurezza, che dovrebbero quindi essere ben ponderate, vengono invece adottate per decreto legge, strumento che nasce invece per i veri casi di urgenza, come il terremoto o le catastrofi di altra natura; sempre come al solito si fanno le nozze con i fichi secchi, tant’è che il decreto chiude con la solita clausola “dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Il Decreto Immigrazione

Il primo decreto, n. 13/2017 – al di là del nome roboante e di quanto magnificato nel comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri – si impone più come l’ennesima toppa sul vestito più volte rattoppato delle norme sull’immigrazione che come qualcosa di risolutivo delle problematiche dell’immigrazione.
Il testo normativo prevede alcune norme che dovrebbero servire a semplificare e rendere più efficienti le procedure dinanzi alle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, in particolare grazie ad alcune semplificazioni sui procedimenti giudiziari di riconoscimento dello status di persona internazionalmente protetta e degli altri procedimenti giudiziari connessi ai fenomeni dell’immigrazione.

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