Seconda vita oli usati, Italia prima fra big Europa

Italia virtuosa nella seconda vita degli oli usati, cioè quelli recuperati dai 40 milioni di veicoli che circolano sulle strade, dalle centinaia di milioni di dispositivi meccanici e dalle industrie. Rifiuti pericolosi, li definisce la legge, che possono essere molto inquinanti se dispersi nel terreno o nelle acque, basti pensare che 4 chili possono inquinare una superficie grande come un campo di calcio. Sul totale di 189.266 tonnellate di olio raccolto in Italia dal Consorzio obbligatorio degli oli usati (Coou) nel 2011 è stato ‘rigenerato’ l’88%. Una quantità molto alta rispetto al 40% della Francia, al 50% della Germania al 68% della Spagna e al 14% della Gran Bretagna. È quanto mette a fuoco un rapporto di Nomisma Energia di aprile su ‘Recupero e rigenerazione degli oli usati in Italia’ in cui si sottolinea che la raccolta e la rilavorazione per ottenere nuovamente basi lubrificanti garantisce il maggior beneficio ambientale.

“In Italia è un caso virtuoso” spiega il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli osservando che che “l’olio rigenerato è una risorsa economica visto che consente un risparmio sull’importazione di energia. Sulle 180mila tonnellate rigenerate ogni anno, infatti, il risparmio è di 130 milioni di euro” di prodotti petroliferi che servono da base per i lubrificanti. Tabarelli sottolinea la natura “molto più severa” della normativa ambientale e “l’alto livello di recupero da parte del consorzio, che ha una natura molto rigida e in conflitto con il mercato ma è utile per raggiungere gli obiettivi ambientali ed economici”. Ed infatti, il riutilizzo di olio lubrificante usato in 29 anni di attività del Coou ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni di petrolio del Paese di circa 3 miliardi di euro. 

L’Italia ha anche il maggior numero di impianti di rigenerazione – 6 rispetto a 2 della Francia, 4 della Germania, 5 della Spagna, uno della Gran Bretagna – e ha 71 raccoglitori rispetto ai 38 della Francia, un centinaio della Germania, 41 della Spagna, 18 della Gran Bretagna. Il Consorzio, primo ente ambientale nazionale dedicato alla raccolta differenziata e operativo dal 1984, alla cui presidenza é stato confermato Paolo Tomasi, coordina l’attività di 72 aziende private di raccolta e 5 impianti di rigenerazione distribuiti sul territorio. L’88,6% dell’olio raccolto dal Coou in 29 anni è stato classificato come idoneo alla rigenerazione. 

Da circa 50mila tonnellate di oli esausti raccolti nel primo anno di attività si è arrivati ai recenti risultati: delle 395.000 tonnellate di oli usati immessi al consumo nel 2012, il Consorzio ha raccolto 177.000 tonnellate, la quasi totalità del potenziale raccoglibile. In 29 anni, il Coou ha raccolto oltre 4,90 milioni di tonnellate di olio usato e dalle 4,34 milioni di tonnellate di olio rigenerabile sono state prodotte 2,4 milioni di tonnellate di oli base, una quantità equivalente al fabbisogno nazionale cumulato degli ultimi cinque anni, ma anche gasoli e bitumi. L’attenzione ai costi e l’andamento positivo del mercato internazionale degli oli base ha permesso di ridurre del 29% il contributo obbligatorio a carico dei consorziati, che è passato da 70 a 50 euro a tonnellata.

(Fonte: Ansa)

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