Riforma Madia: cosa cambia per gli incarichi dirigenziali

Riforma Pubblico Impiego: nell’attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei provvedimenti attuativi della Riforma Madia, affiorano anticipazioni sui contenuti definitivi del riordino con specifico riferimento ai vertici amministrativi della Pubblica Amministrazione.
Con riferimento alla disciplina della dirigenza, la previsione contenuta nella legge n. 124/2015 (Legge Madia) prefigurava la creazione di tre ruoli unici: quello della dirigenza statale, quello della dirigenza regionale e quello della dirigenza degli Enti locali, nel quale avrebbero dovuto confluire i segretari comunali e provinciali, la cui figura veniva, di conseguenza, abolita. Sulla base di questi indirizzi, era stato elaborato uno schema di decreto legislativo, il cui iter era prossimo all’approvazione definitiva quando è intervenuta la sentenza della Corte Costituzionale n. 251/2016, che ha sancito l’illegittimità di alcune parti della predetta legge delega. In tale contesto, il Governo ha preferito lasciar cadere la revisione della materia. Risulta pertanto, ora, necessario, qualora si voglia riaffrontare l’argomento, ripartire con nuovi indirizzi contenuti in una altrettanto nuova legge delega.

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Con riferimento invece alle novità in materia di incarichi ai dirigenti, la Riforma Madia accoglie le richieste pervenute da ampie parti della Pubblica Amministrazione (Enti locali compresi) abrogando il comma 219 dell’articolo 1 della Legge di Stabilità 2015. Tale disposizione imponeva a tutti gli Enti di cui all‘articolo 1, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001 di rendere indisponibili posti di dirigenti di prima e seconda fascia vacanti alla data del 15 ottobre, fatte salve alcune eccezioni puntualmente precisate dalla norma stessa. Il testo che dà attuazione alla Riforma madia in tale materia ora cancella pertanto la norma, confermando l’ok agli incarichi a termine, nei limiti numerici e di spesa che la normativa impone.

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