Rifiuti: tituba e tentenna anche la Puglia del Comandante Vendola

Fonte: Italia Oggi

Tra le regioni «egoiste», che non vogliono caricarsi il peso anche politicamente fatale della spazzatura napoletana, non ci sono soltanto i feudi leghisti e berlusconiani («razzisti» per definizione, governati da una nomenklatura che odia i «terùn» come e più di quanto detesti zingari e «baluba»). A rifiutare di bruciare la spazzatura napoletana, quando le locali autorità neoborboniche non vogliono nemmeno sentir parlare d’inceneritori e men che meno di termovalorizzatori, ci sono anche le regioni rosse, Toscana (forse) esclusa. Tituba e tentenna persino la Puglia del Comandante Vendola (che presto marcerà su Palazzo Chigi, per «espugnarlo», come ha dichiarato tempo fa, mandando in bestia Pierluigi Bersani, che non porterà l’orecchino ma non ha neppure l’anello al naso e il Palazzo vuole espugnarlo lui). Morale: la spazzatura, specie la spazzatura altrui, non piace a nessuno. Non piace neppure ai leader del solidarismo osè, che quando vengono chiamati al telefono da Luigi De Magistris si fanno negare oppure tergiversano: deve riunirsi il consiglio comunale o regionale, vogliamo sapere prima cosa faranno le altre regioni_ e no, non ho ancora parlato con i miei esperti, sì, lo so d’avertelo già detto, ma non è una scusa, è che gli esperti sono ancora in vacanza, avranno diritto anche loro alla tintarella o ce l’hai soltanto tu? Quella napoletana, del resto, non è soltanto «monnezza altrui», che non si vede perché dovrebbe finire nelle «mie discariche», come si sente dire in questi giorni dai leghisti (le regioni rosse non lo dicono ma lo pensano). È una spazzatura che Napoli, per principio, non vuole né interrare né bruciare ma soltanto conservare per strada. È una spazzatura data in pasto all’opinione pubblica nazionale e internazionale, affinché qualcuno (se non in Veneto o nell’Emilia Romagna, allora in Svezia o in Danimarca) se ne faccia carico al posto dell’amministrazione partenopea. Raramente, nella storia universale, dev’essersi sentito un sindaco rivendicare prima il diritto di non bruciare la propria spazzatura e poi il diritto di scaricarla su altri. Mai, prima che l’ex magistrato De Magistris «espugnasse» Napoli e definisse «stupidaggini» le dichiarazioni di Roberto Maroni e Roberto Calderoli, s’era sentito un sindaco trattare con tale disprezzo, in televisione, due ministri della repubblica (fanatico della «legalità», non sa cosa sia la buona educazione). E adesso le «stupidaggini» piovono su di lui, che le ha incautamente evocate, da quell’apprendista stregone che è, non soltanto dal governo centrale ma anche da tutti (o quasi) i governi regionali.

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