Ricerca, 400 milioni per il Sud

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Dietro l’angolo ci sono 400 milioni di fondi europei per il sostegno della ricerca al Sud. Lo conferma il ministro Mariastella Gelmini che al Sole 24 Ore fa il punto sulle iniziative dell’Istruzione per recuperare il terreno (e il tempo) perso dall’Italia in tema di innovazione. Nei giorni scorsi l’Istat ha reso noto che la nostra spesa in R&S è salita sì all’1,23% del Pil ma resta ancora lontana dalla media Ue. Come pensa di riempire questo gap? Nel Programma nazionale di riforme il Governo si è impegnato a sostenere una crescita graduale della spesa per la ricerca e l’innovazione, puntando all’obiettivo minimo dell’1,53% del Pil al 2020. Nel documento si prevede un incremento graduale del volume di spesa pubblica per la ricerca, ma soprattutto una serie di misure volte a promuovere lo sviluppo degli investimenti privati. Ad esempio ci si impegna a individuare nuove risorse per un finanziamento sostenibile del First, cioè del Fondo destinato a finanziare i diversi strumenti di sostegno alla ricerca di base, applicata e industriale, nonché al trasferimento tecnologico ed alla programmazione negoziata. I livelli più bassi di investimenti si registrano al Mezzogiorno. Conferma che è in arrivo un bando per sostenere la ricerca del Sud? Sì, certo. È stato appena pubblicato un bando da 400 milioni per il finanziamento e potenziamento delle infrastrutture di ricerca, a beneficio di università, enti e centri di ricerca pubblici nelle quattro regioni dell’obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Il Sud resta una priorità di questo esecutivo e lo confermano gli investimenti in cantiere: con l’attuazione del Pon Ricerca e Competitività 2007-2013 saranno stanziati circa 2,8 miliardi di euro. Tra l’altro il primo bando Pon per il sostegno alla ricerca industriale, che ha visto un enorme successo di partecipazione, è prossimo alle conclusioni con l’ammissione al finanziamento delle imprese selezionate. Conferma che la dote per questo bando sarà aumentata a un miliardo? Sì, assolutamente. Con una recente direttiva ministeriale, dopo un’intensa opera di concertazione con le regioni interessate, è stato disposto un incremento di 535 milioni di euro, da affiancare ai 545 milioni già stanziati, portando la somma complessiva a circa 1 miliardo e 100 milioni di euro: è il più consistente bando per la ricerca industriale mai gestito da una pubblica amministrazione. Ci saranno analoghe iniziative per il Centro-nord? Con il riparto del Far 2010-2011, sono stati stanziati 1,4 miliardi che ci consentiranno di realizzare una serie di iniziative presenti nel Pnr, tra cui il varo del bando per il sostegno allo sviluppo dei distretti tecnologici del Centro-nord, mettendo a disposizione risorse per un totale di 375 milioni, e la riapertura dello sportello della ricerca, che potrà contare su oltre 600 milioni. Le imprese hanno più volte chiesto risorse certe per l’innovazione. Si sente di rassicurarle? Il nuovo Pnr 2011-2013 prevede 1,7 miliardi di fondi a favore dei progetti bandiera, i 3 miliardi circa di risorse del Pon Ricerca e Competitività per le quattro regioni della convergenza e gli oltre 1,4 miliardi di euro di risorse Far di cui parlavo prima, oltre a significative risorse per il finanziamento dei progetti Prin e Firb. Credo dunque che ci siano complessivamente risorse più che congrue per il finanziamento della ricerca nazionale. Il decreto sviluppo ha introdotto un credito di imposta del 90% sulla ricerca utilizzando i 100 milioni del voucher che era stato creato sei mesi fa ma non è mai stato attuato. Ci assicura che stavolta andrà diversamente? Penso che il nuovo strumento di incentivazione automatica sia stato incentrato su una procedura sostanzialmente snella e semplificata, che consentirà di rendere risorse completamente disponibili in tempi brevi e compatibili con le aspettative degli interessati.

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