Province e città metropolitane a rischio dissesto: l’allarme dell’UPI in audizione sul decreto enti locali

“Anci e Upi oggi hanno chiesto insieme ai Senatori della Commissione Bilancio di intervenire nella conversione del decreto-legge sugli enti locali, per apportare quelle modifiche che sono essenziali a salvare i servizi ai cittadini”. Lo ha dichiarato il Presidente dell’Upi, Achille Variati, al termine dell’audizione in Senato sul d.l. enti locali di martedì scorso, ribadendo la situazione di grave emergenza dei bilanci di province e città metropolitane causata dal prelievo di 1 miliardo previsto dalla legge di stabilità.

“Le Regioni – sottolinea Variati – avrebbero dovuto adempiere entro il 31 dicembre 2014 ad una serie di provvedimenti derivanti dalla riforma di province e città metropolitane, con leggi di riordino che avrebbero dovuto togliere a questi nuovi enti di area vasta  funzioni che non spetta più loro esercitare e ricollocare conseguentemente il personale. In questi primi sei mesi dell’anno, solo 6 Regioni hanno approvato queste leggi, nessuna finora assumendo gli oneri dal 1 gennaio 2015,  e le province e le città metropolitane stanno pagando personale e servizi che non dovrebbero più pagare, con 1 miliardo in meno.

Per questo gli enti di area vasta non possono chiudere i bilanci 2015 in equilibrio e quindi i servizi sono a rischio. Dati alla mano – indiscutibili perché certificati – nel 2015, sottraendo tutti i tagli previsti dal Governo, le province potranno contare su 2 miliardi e 100, per far fronte ad una spesa che, secondo quanto ha stabilito il SOSE, per le sole funzioni fondamentali efficientate – cioè ridotte all’osso – è  pari a  2 miliardi e 300 milioni.

È del tutto evidente che se non si interviene, non potremo chiudere i bilanci 2015, come è ancora più chiaro che sarà impossibile sottrarre ancora 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per il 2017. Realtà che ormai hanno compreso bene i parlamentari.

Per questo insieme all’Anci abbiamo avanzato alcune proposte essenziali:

  • che ci sia consentito in via straordinaria di approvare un bilancio per il solo 2015, perché è del tutto impossibile approvare un bilancio triennale in equilibrio;
  • che ci sia permesso di approvare i bilanci al 30 settembre 2015, perché la possibilità o meno di riuscire a farlo discende da questo decreto legge che non entrerà in vigore prima del 30 luglio;
  • che si prevedano misure per ristorare alle Province e alle Città metropolitane i costi in più sostenuti dal 1 gennaio 2015 per personale e servizi non fondamentali;
  • che ci sia possibile usare l’avanzo libero per predisporre i bilanci e il 50% del ricavato dalle alienazioni patrimoniali per coprire al spesa corrente.

Nei prossimi giorni continueremo insieme ad Anci a tenere incontri per trovare le soluzioni più  adeguate a garantire il mantenimento dei servizi sui territori”.

il documento Upi consegnato in audizione
le proposte emendative

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