Per i travet non è ancora finita Aumenti a rischio fino al 2017

Fonte: Italia Oggi

Sembrava che potesse bastare. E invece no. Per i dipendenti del pubblico impiego, messi a stecchetto dalla manovra finanziaria che ne ha bloccato gli stipendi fino al 2014, la dieta potrebbe durare anche di più. Fino al 2017. Per saperlo probabilmente non ci sarà bisogno neanche di una nuova manovra, potrebbe bastare un decreto proposto dai ministri della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e dell’economia, Giulio Tremonti, come prevede un passaggio della manovra relativo al contenimento delle spese in materia di impiego pubblico. Buone notizie invece per gli aspiranti primari: se nelle regioni soggette a blocco delle assunzioni, perché devono rientrare del deficit, non si possono fare assunzioni di medici, per i «responsabili di struttura complessa» il decreto legge di manovra fa un’eccezione. Ad aprire la porta a nuove strette sul trattamento salariale dei travet è l’articolo 16 del dl. La norma, dopo aver congelato i salari fino al 2014, consente ai ministri competenti, attraverso un regolamento, di disporre «la fissazione delle modalità di calcolo relative all’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017». Si tratta di un’indennità utilizzata a copertura dei periodi in cui non c’è rinnovo dei contratti e dunque non ci sono aumenti salariali. Varia a seconda della durata del periodo di buco contrattuale ed è in relazione all’inflazione programmata (per i primi tre mesi, per esempio, oggi è dello 0,4%). La relazione tecnica non ne conteggia gli eventuali risparmi, ma è anche vero che si tratta di risparmi stimati su «obiettivi minimi». È probabile, dicono rumors di palazzo, che il Tesoro in questo modo voglia tenersi aperta una porticina per nuovi interventi correttivi, di manutenzione del settore pubblico, ove si dovesse rendere necessario nei prossimi anni. Lo spettro di una crisi in stile Grecia del resto è sempre sullo sfondo. E un anno di rinnovo contrattuale dei 3,5 milioni di dipendenti pubblici può arrivare a pesare sulla bilancia dei conti per 4 miliardi di euro.Dura la reazione della Cgil, che ha classificato l’articolato come «un colossale e illegittimo imbroglio» (Michele Gentile, responsabile dipartimenti settore pubblico di Corso d’Italia), ma anche la più moderata Uil non è tenera per la stretta sui travet. Il sindacato di Luigi Angeletti potrebbe arrivare ad annunciare la mobilitazione. Con o senza la Cisl, questo è ancora da vedere. Il successivo articolo 17 tiene fuori dal blocco del turn over della sanità, previsto per le regioni oggetto dei piani di rientro, le assunzioni dei medici responsabili «di struttura complessa». Ovvero i primari, ritenuti, a differenza dei semplici medici, potenzialmente indispensabili per «assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza». Le organizzazioni del settore, dopo un primo vertice tenutosi ieri, potrebbero decidere una mobilitazione unitaria a luglio, che riguarderebbe sia il settore pubblico che privato.

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