Pensioni rosa, uscita a 65 anni nel 2032

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – L’età pensionabile delle lavoratrici private comincerà a salire molto gradualmente dal 2020 per arrivare a quota 65 anni nel 2032. È questa l’ultima versione del piano soft sulle pensioni rosa su cui la maggioranza ha raggiunto l’accordo dopo il no della Lega all’ipotesi iniziale prospettata dal Tesoro (aumento di un anno di età ogni due anni). Un piano soft molto simile a quello proposto nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e su cui è stata costruita la mediazione. Del pacchetto previdenza inserito nella decreto sulla manovra fanno parte anche l’anticipo dal 2015 al 2014 del meccanismo relativo all’aggancio del momento effettivo del pensionamento alla speranza di vita, il blocco della rivalutazione sulle pensioni d’oro, il dispositivo anti-badanti per i trattamenti di reversibilità. Vengono poi rafforzati i poteri della Covip, che vigilerà sugli investimenti delle Casse professionali, e viene introdotto l’obbligo d’iscrizione alle stesse casse per gli over 65 che continuano a svolgere l’attività. La partita previdenziale sulla soglia di vecchiaia delle donne nel settore privato si è chiusa poco prima del varo della manovra. La decisione di procedere con un dispositivo ultra-soft, gradito alla Lega e anche ai sindacati, è scaturita soprattutto dal lavoro di tessitura del ministro Maurizio Sacconi. Il percorso sarà molto graduale: si partirà solo dal 2020 con l’innalzamento di un solo mese dell’età di vecchiaia. Il requisito anagrafico viene poi incrementato di altri due mesi dal 2021, di tre mesi dal 2022, ancora quattro mesi dal 2023, altri cinque mesi dal 2024, sei mesi dal 2025 e per ogni anno successivo fino al 2031 e di ulteriori tre mesi dal 1° gennaio 2032. Quanto all’intervento sulle pensioni d’oro, il blocco della rivalutazione scatterà nel 2012 e sarà totale per gli assegni superiori cinque volte il minimo Inps (30.500 euro lordi l’anno) e parziale (al 45%) per quelli compresi tra tre (18.300 euro annui) e cinque volte il minimo. Nel testo approdato a Palazzo Chigi c’è anche la norma che interviene sulla pensione di reversibilità con una penalizzazione. Nel caso di matrimoni di over 70 con coniuge che ha una differenza di età superiore ai 20 anni, l’assegno si riduce del 10% per ogni anno mancante, nella differenza tra marito e moglie, dal numero di dieci. Si tratta di una misura fortemente voluta dalla Lega e che prende di mira in particolare le unioni tra assistiti e badanti; non si applicherà in caso di presenza di figli di minore età, studenti, ovvero inabili. Per le casalinghe arrivano invece i «bonus contributivi» legati alla spesa per beni domestici e che potranno essere versati al Fondo attivo da 15 anni all’Inps ma che finora ha stentato a decollare. Sulle casse previdenziali privatizzate arriva la vigilanza rafforzata. Al fianco del ministero del Lavoro, sulle gestioni patrimoniali e gli investimenti finanziari arrivano le ispezioni della Covip; verifiche sulla cui base il ministro potrà poi disporre direttive sia sugli investimenti futuri sia sui limiti da non superare sotto il profilo dei conflitti d’interesse che si possono verificare con le banche o gli intermediari finanziari. Proprio ieri Sacconi, parlando di questo intervento nel corso del question time al Senato, è tornato ad auspicare possibili accorpamenti tra alcune casse previdenziali. La Covip assorbirà poi buona parte delle funzioni del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale e parte delle risorse assegnate a quest’ultimo organismo che non viene più soppresso ma limitato ai soli compiti di osservazione, monitoraggio e analisi della spesa pensionistica. Infine un nuovo obbligo per i professionisti pensionati. Chi svolge un’attività da cui deriva un reddito dovrà iscriversi nuovamente all’ente previdenziale e versare contributi ridotti a non più del 50% rispetto alle aliquote ordinarie della stessa categoria di appartenenza. Il pacchetto previdenza della manovra si completa con una serie di correzioni di profilo interpretativo, finalizzate a contenere gli effetti del contenzioso sui bilanci degli enti pensionistici pubblici. Solo nei prossimi giorni saranno quantificati gli impatti in termini di minore spesa delle misure principali.

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