Patto di stabilità 2013, ai comuni trenta giorni per il monitoraggio

Fonte: Italia Oggi

Il Mef ha approvato le regole per il monitoraggio e la certificazione del Patto di stabilità interno 2013 da parte delle regioni e delle province autonome. Il decreto è stato anticipato sul sito della Rgs, in attesa di trovare posto in Gazzetta Ufficiale. E proprio la pubblicazione del provvedimento farà scattare il conto alla rovescia per il primo invio di dati a Via XX Settembre, che dovrà avvenire nei 30 giorni successivi. Il secondo step scadrà, invece, entro un mese dalla chiusura del secondo semestre, ovvero il 30 gennaio 2014. La certificazione finale, infine, dovrà essere inviata entro il prossimo 31 marzo. Eventuali inadempienze nella trasmissione dei prospetti determinate da ritardi nella pubblicazione dell’applicazione web non saranno, comunque, imputabili agli enti.

A livello di contenuti, la principale novità è rappresentata dall’introduzione, accanto a quello di competenza finanziaria, di un obiettivo in termini di tetto di spesa eurocompatibile. A tal fine, si dovrà procedere alla somma:
a) degli impegni di parte corrente, al netto dei trasferimenti, delle spese per imposte e tasse e per oneri straordinari della gestione corrente;
b) dei pagamenti per trasferimenti correnti, per imposte e tasse e per gli oneri straordinari della gestione corrente;
c) dei pagamenti in conto capitale escluse le spese per concessione di crediti, per l’acquisto di titoli, di partecipazioni azionarie e per conferimenti. Per la rilevazione dei dati, i modelli sono quindi articolati in tre distinte sezioni, i cui totali netti concorrono a determinare il risultato, da confrontarsi, a fine esercizio, con l’obiettivo annuale. In ciascuna sezione sono previste le voci riguardanti le spese che non concorrono alla definizione del tetto e delle spese non soggette al Patto.Un’ulteriore scadenza è prevista per il 31 ottobre: entro tale data, infatti, le regioni dovranno comunicare al Mef l’importo definitivo degli spazi finanziari assegnati agli enti locali a valere sul Patto regionale verticale. In proposito, l’allegato al decreto precisa che i governatori potranno cedere ulteriori quote, ma non ridurre quelle attribuite con il Patto incentivato entro lo scorso 30 giugno.

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