Nei parchi italiani è boom di turisti

Oltre 101 milioni di presenze turistiche nei parchi italiani, con una crescita del 2% l’anno, quasi il doppio dell’aumento registrato dal turismo in Italia nell’ultimo anno.
Il comparto del turismo ambientale, a quanto pare, non conosce crisi e se fosse supportato da strategie e politiche adeguate, potrebbe crescere ancora più rapidamente guadagnando in competitività e creando occupazione in aree ritenute marginali. Nel sistema delle aree protette nazionali il turismo rappresenta oltre il 50%.
La mappa delle attività economiche e lavorative di successo del sistema aree protette è stata illustrata al convegno “Parchi come luogo di incontro tra green economy e green society” all’Orto Botanico di Palermo, secondo appuntamento verso la conferenza nazionale prevista per l’11 e il 12 dicembre a Roma.
Dall’indagine di Aaster (fonte: rapporto Ecotour 2013) emerge il ruolo del turismo natura come driver di sviluppo sostenibile e rilancio dell’occupazione nell’economia delle 871 aree protette italiane. Il valore della partita del turismo natura nel nostro Paese è stato pari a 10,9 miliardi di euro, con una crescita di circa il 3% rispetto all’anno precedente (10,6 miliardi).
Il turismo è dunque un driver di sviluppo importante ma “non esaurisce certo il significato del sistema dei parchi, anche nell’ambito della loro valorizzazione in termini di green economy”, ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. “I parchi sono la nostra riserva strategica di aria, acqua, biodiversità: sono un valore in sé. E allo stesso tempo rappresentano un laboratorio per lo sviluppo di nuove forme di economia, di vita, di società. È molto positivo che alcuni dati economici e soprattutto occupazionali parlino una lingua diversa da quella della crisi che attanaglia il Paese”.
“Se lo spread di un paese si misurasse in biodiversità, l’Italia sarebbe la Germania d’Europa”, ha affermato Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi. “Può sembrare un paradosso ma non è così, perché le 57mila specie animali e le 5.600 specie vegetali – 600 delle quali endemiche del nostro Paese – rappresentano un’enorme ricchezza dell’Italia non solo in termini di patrimonio ambientale. I parchi sono aree dove è possibile trovare l’Italia migliore per sperimentare un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità, sul legame con i territori, sulla valorizzazione del turismo di qualità. Sono queste le risorse su cui dobbiamo puntare per rilanciare la nostra economia”.
A livello di differenze regionali, il maggior contributo del turismo all’economia delle aree parco si segnala in Sicilia dove le attività ludico ricreative pesano per una percentuale dell’89% sull’offerta complessiva dei parchi. Nella classifica seguono la Puglia con il 78,1% e la Calabria con il 77,9%.
Le altre attività economiche delle aree parco coprono una parte netta1mente minore dell’offerta: nei parchi del Lazio si investe in produzioni tipiche per il 6,55% delle attività economiche, mentre il Molise svetta per offerta formativa (rappresenta il 19% dell’offerta complessiva delle sue aree protette) e ha un indice inaspettatamente alto di attività legate alla produzione di gadget (il 66% dell’offerta complessiva dei parchi della regione).

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