Milano lancia la volata delle addizionali Irpef

Fonte: Il Sole 24 Ore

Oggi la giunta di Milano approverà la delibera del bilancio previsionale 2013, il più faticoso della sua storia, con un disavanzo nella parte corrente che a gennaio ammontava a 437 milioni. Per riallineare le uscite con le entrate, l’amministrazione guidata da Giuliano Pisapia ha messo in atto una manovra drastica: una spending rewiew ai budget degli assessorati per 231 milioni e un ampio ricorso alla leva fiscale, con un aumento dell’Irpef fino allo 0,8% (il massimo, abbattendo anche da 33.500 euro a 15mila euro la soglia dei redditi esenti) e dell’Imu (dal 4 al 5,5 per mille), accompagnati da ritocchi a rialzo per tassa di soggiorno, abbondamenti al servizio di trasporto pubblico, imposta sui rifiuti, tassa sull’occupazione del suolo pubblico.

Nonostante le pressioni dei giorni scorsi da parte delle rappresentanze sindacali, che criticano soprattutto l’assenza di progressività nell’Irpef, e nonostante le annunciate modifiche da parte del governo Letta relative all’imposta sugli immobili, il Comune di Milano non modificherà il bilancio messo a punto nei mesi scorsi. E anzi, prosegue per la sua strada. «Stando ai fatti, è stata abolita una sola rata dell’Imu, la seconda è ancora in vigore, fino a prova contraria – dice l’assessore al Bilancio, Francesca Balzani – per ora gli enti locali vedono solo uno spostamento in avanti della riscossione. Quanto al fondo che lo Stato mette a disposizione dei Comuni, pari a 2,4 miliardi, vedremo che tipo di sconto o detrazione il governo intende applicare ai cittadini. Il nostro bilancio non cambia, ad oggi», ribadisce Balzani.
A Palazzo Marino i vertici sanno tuttavia che questo fondo, sia che si tratti di detrazioni sia che si tratti di trasferimenti, servirà a compensare a malapena un’Imu fissata al 4 per mille, e non oltre. «Per la parte eccedente, se vorrà, deciderà il Governo come intervenire. Noi prendiamo atto, dal punto di vista politico, degli impegni che il premier Letta ha preso con i Comuni: recuperare tutte le risorse per permetterci di chiudere i bilanci. E l’impegno se lo è preso con i cittadini, perché i bilanci servono a garantire servizi», conclude.

A conti fatti, insomma, la struttura disegnata dalla Giunta non appare ancora definitiva, e sembra destinata a essere strattonata da più parti. Da un lato ci sono le proteste dei sindacati e i malumori della maggioranza, per una manovra che fa debuttare l’addizionale Irpef in formula piena ai redditi da 15mila a 33.500 euro e moltiplica di 2,6 volte il conto per i contribuenti che guadagnano da 33.500 a 55mila euro, riservando invece incrementi proporzionalmente minori ai milanesi più benestanti (almeno agli occhi del Fisco). Dall’altra, però, c’è l’interrogativo dell’Imu, che farà mancare all’appello qualche decina di milioni se il Governo continuerà sulla strada di cancellare l’imposta sull’abitazione principale calcolando le compensazioni sul 2012.

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