Manovra, valanga di emendamenti

Sono circa 1.700 gli emendamenti alla manovra economica presentati in Aula al Senato entro il termine scaduto ieri alle 17. Nessun emendamento, per ora, è stato presentato dal relatore o dal Governo, che però possono presentarli in Aula in qualsiasi momento della discussione. C’è attesa invece per il maxiemendamento del Governo su cui sarà posta la questione di fiducia, che dovrebbe comunque recepire le modifiche approvate in Commissione bilancio. Il decreto legge approderà questa mattina alle 11 all’esame dell’Assemblea, dopo il via libera della commissione Bilancio del Senato che aveva concluso l’esame del provvedimento venerdì sera. La discussione generale proseguira’ poi nel pomeriggio di oggi e domani fino all’annuncio della fiducia da parte del Governo che, secondo il calendario approvato dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, dovrebbe essere votata giovedi’, ma potrebbe anche essere anticipata a mercoledì.

I tagli nei ministeri
Il disegno di legge di bilancio per il 2011 e per il triennio 2011-2013 “dovrà essere predisposto con l’esigenza di garantire una rigorosa azione di contenimento della spesa pubblica, di stabilizzazione finanziaria e competitività economica e per il conseguimento degli obiettivi che il Paese si è impegnato a raggiungere in sede europea”. L’indicazione arriva dal Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio che in una circolare, la n. 28 del 2010, inviata a tutti i ministeri ed amministrazioni autonome, ricorda la tempistica per la messa a punto dei bilanci. Ma l’azione di contenimento della spesa “è indirizzata altresì a liberare risorse per il sostegno di settori dell’economia maggiormente sofferenti per la crisi”. Così nel prossimo triennio le spese saranno più “flessibili” e potranno essere in parte rimodulate. Resta però la necessità di ‘tagliare’, così come previsto dalla manovra che per le spese “rimodulabili” prevede dal prossimo anno il taglio del 10%. Per far questo Canzio ricorda che la riforma del bilancio dello Stato prevede che il d.d.l. di bilancio sia presentato al Parlamento entro il 15 ottobre di ogni anno. “In sede di formulazione degli stati di previsione” i singoli ministeri devono invece indicare i propri obiettivi quantificando anche le risorse necessarie a raggiungerli. E sempre ai ministeri è affidata la possibilità di fornire “proposte” per la rimodulazione delle risorse. È possibile infatti per le amministrazioni “limitatamente al triennio 2011-2013 l’ampliamento dei margini di flessibilità” ma questo – precisa la Ragioneria – “nel rispetto dell’invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica”. Resta comunque “precluso l’utilizzo degli stanziamenti in conto capitale per finanziare spese correnti”: in pratica le risorse per gli investimento non vanno usate per finanziare le spese di tutti i giorni. Il target a cui far riferimento non è però quello della dotazione prevista per quest’anno: il ragioniere ricorda infatti che le amministrazione dovranno fronteggiare il taglio del 10% a carico delle missioni di spesa di ciascun ministero. Altra novità, poi, è l’indicazione programmatica che ora non dovrà più fermarsi all’anno successivo ma, come prevede la manovra e la riforma di bilancio, indicare gli obiettivi del prossimo triennio. Per quanto riguarda la tempistica che dovranno rispettare le amministrazioni nella predisposizione del budget triennale 2011-2013 la Ragioneria ricorda che “la validazione dei dati per il 2011 da parte dei centri di costo dovrà avvenire inderogabilmente entro il 2 settembre”, in tempo utile affinché il bilancio e la legge di stabilità (che ha sostituito la finanziaria) possano arrivare in Parlamento entro metà ottobre.

Sindaci dei comuni montani in prefettura
Sindaci dei comuni montani e amministratori di comunità montane consegneranno intanto oggi, nelle mani dei prefetti, l’ordine del giorno approvato dal Consiglio nazionale Uncem nella seduta del primo luglio scorso relativo alla situazione di emergenza che gli enti locali montani stanno vivendo sul territorio e l’appello Diga Day per richiamare l’attenzione sulla necessità della compartecipazione degli stessi allo sfruttamento delle risorse naturali, acqua un primo luogo. “L’approvazione dell’emendamento all’art. 15 della manovra – relativo tra le altre cose all’aumento dei sovracanoni per le concessioni di grandi derivazione di acqua per uso idroelettrico ai comuni e ai Consorzi dei bacini imbriferi montani e alla compartecipazione delle province al capitale sociale delle concessioni – è un primo e importante risultato delle nostre battaglie. Ma rimangono ancora questioni irrisolte, sul fronte della manovra, che mettono a serio rischio la sopravvivenza stessa degli enti montani e i servizi essenziali. Per questo domani (oggi, ndr) ai prefetti di tutta Italia consegneremo i nostri documenti e porremo la questione montagna, chiedendo anche a loro di intervenire per sanare una situazione che sul territorio sta diventando davvero insostenibile”, spiega il presidente dell’ Uncem nazionale, l’Unione delle comunità montane, Enrico Borghi.

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