Manovra su due gambe

Un’unica manovra economica ma modulata su più anni e contestualmente la legge delega sulla riforma del fisco; obiettivo, arrivare al pareggio di bilancio nel 2014. Lo spiega una nota di Palazzo Chigi annunciando che il Consiglio dei Ministri è convocato per giovedì 30 giugno. All’ordine del giorno il varo di due provvedimenti: “Il primo sarà un decreto legge per la manovra di finanza pubblica. In questo ambito, si è deciso che per la finanza pubblica la manovra sia unica ma progressivamente modulata su più anni, in linea con l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2014. Sempre in questo decreto, sono in cantiere norme di grande e positiva incidenza per lo sviluppo economico. 
Il secondo provvedimento, che verrà approvato in parallelo, sarà il disegno di legge delega per la riforma fiscale ed assistenziale, tenendo sempre fermo l’impegno di pareggio di bilancio nel 2014”, precisa la nota di Palazzo Chigi. Una volta varato, il decreto vedrà partire l’esame parlamentare dal Senato. Difficile immaginare, già per la settimana successiva al 30, il via ai lavori della Commissione Bilancio. Più probabile che si cominci martedì 12 luglio. Per varare il dl entro la pausa estiva, il 5 agosto, è immaginabile che il grosso del lavoro venga fatto proprio a Palazzo Madama. Ma passiamo ai contenuti, in parte anticipati nei giorni scorsi. Dell’ultima ora sono le nuove norme anti-evasione nel settore dei giochi: i tecnici starebbero studiando una serie di misure per una ulteriore stretta contro il gioco non regolare. Nel mirino soprattutto il settore delle scommesse e i giochi con gli apparecchi di intrattenimento. Le misure allo studio potrebbero dare un gettito da 5-600 milioni per quest’anno a circa un miliardo di euro a regime. Arriva poi una stretta sui costi della politica, a partire da compensi, vitalizi, auto blu e aerei di stato. Un disegno di legge in sette articoli prevede, a partire dai compensi, a esclusione del Presidente della Repubblica, che partire dalle prossime elezioni o nomine, tutti i compensi pubblici (compresi quelli dei deputati e delle cariche elettive locali, regionali, provinciali e comunali) non potranno superare quelli medi europei. Giro di vite sulle auto blu: la cilindrata delle auto di servizio non potrà superare i 1600 cc, a eccezione delle auto in dotazione al Capo dello Stato, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio e le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza. Inoltre le auto a oggi in servizio, potranno essere usate solo fino alla loro dismissione o rottamazione e non potranno essere sostituite. I voli di Stato dovranno essere limitati al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato e al Presidente del Consiglio. Tutte le eccezioni dovranno essere specificatamente autorizzate. Stretta anche sui benefit e sui vitalizi: dopo la scadenza dell’incarico, escluso il presidente della Repubblica, nessun titolare di incarichi pubblici, anche elettivi, potrà continuare a fruire di benefici come pensioni, vitalizi, auto blu, locali per ufficio, telefoni attribuiti in ragione dell’incarico. Previsti inoltre tagli alle dotazioni finanziarie di Senato, Camera, organi costituzionali o con rilevanza costituzionale, organi di autogoverno, autorità indipendenti, dei quali però’ non è stata ancora fissata l’entità. Ridotto anche il finanziamento ai partiti politici a partire dalla prossima legislatura. Infine, a partire dal 2012, nella logica dell’election day, elezioni e referendum dovranno essere accorpate in un unico fine settimana. La sforbiciata vede favorevole Futuro e Libertà”. Lo dichiara in una nota il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, che aggiunge: “Per dimostrare però che non si tratta di una manovra demagogica e ingannevole verso i cittadini ai quali si stanno per mettere le mani in tasca bisogna cominciare dall’abolizione delle province, prevista dal programma elettorale della maggioranza di governo e capace di far risparmiare cifre molto più cospicue dell’insieme dei tagli annunciati dal ministro dell’economia. Fare tagli alla politica senza abolire le province sarebbe la prova dell’impotenza del governo, costretto a tassare gli italiani pur di non scontentare la Lega”. Dall’opposizione arriva l’appello del sindaco di Torino Piero Fassino del Pd: nella prossima manovra “serve una radicale revisione il patto di stabilità interno perché grava sui comuni mentre si registra un’accresciuta domanda dei cittadini verso gli enti locali”. Per Fassino “va calcolato in modo diverso l’indebitamento per la spesa corrente da quello per gli investimenti, e dal patto vanno escluse quelle spese di competenza dello Stato che oggi impropriamente i comuni sono costretti a sostenere”.

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