Maltempo, arrivano le misure urgenti

Sul tavolo del Consiglio dei Ministri di domani ci saranno misure urgenti per far fronte ai danni causati dal maltempo. Lo ha detto il Ministro del welfare, Maurizio Sacconi, in merito alla situazione che sta colpendo diverse zone del Paese, il Veneto in particolar modo. “Seguo con preoccupazione e attenzione – dichiara Sacconi – la situazione emergenziale che si è prodotta a causa del maltempo anche in alcune zone del Veneto unitamente ai colleghi Galan e Brunetta e in continuo contatto con la Protezione civile”. “Ne parleremo venerdì mattina in consiglio dei ministri – aggiunge il ministro – per adottare tutte le misure urgenti necessarie. Allo stesso tempo si ripropongono le esigenze di prevenzione attraverso interventi di consolidamento idrogeologico del territorio. La vicinanza alle persone colpite deve essere infatti quanto più’ operosa”. “Chiedo al Consiglio dei Ministri un intervento immediato, che riconosca compiutamente la situazione di crisi che si è determinata in Veneto, decidendo uno stanziamento straordinario per aiutare l’economia veneta a risollevarsi”, aveva scritto il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, in una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. “Il rischio -spiega Zaia nella lettera- è che i tempi della ripresa non siano compatibili con le dinamiche economiche della società reale. La particolare situazione economico-finanziaria, produttiva ed occupazionale nella quale si trova la nostra regione necessita di una particolare ed eccezionale attenzione da parte del Governo centrale. Solo con un consistente intervento statale sarà possibile aiutare l’intero territorio veneto a riprendersi e a ricominciare con la stessa determinazione che ha sempre caratterizzato le genti venete”. Zaia spiega che “nemmeno la tragica e storica alluvione del 1966 regge al confronto” e si registrano disagi in 121 comuni, con 3.000 persone sfollate. Nella sua lettera a Berlusconi, Zaia sottolinea anche che “i danni economici sono al momento stimati, sicuramente per difetto, in almeno 100 milioni di euro”. Aprire il capitolo con le risorse programmate un anno fa in finanziaria, chiede nel frattempo il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, al ministero dell’economia in merito ai fondi per il piano contro il dissesto idrogeologico. “Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Ora – ha detto il ministro a margine dell’inaugurazione di Ecomondo alla Fiera di Rimini – siamo pronti per spendere i soldi assegnati ma ci devono accreditare le risorse”. “Non è stato ancora aperto – ha riferito Prestigiacomo – il capitolo con i fondi programmati un anno fa in finanziaria. Lo sollecitiamo di settimana in settimana al ministero dell’economia. È chiaro – ha aggiunto – che devono essere risorse vere. Non possiamo dire di aver fatto un piano da più di un miliardo di euro al quale vanno sommate le risorse delle regioni e i soldi sono soltanto sulla carta”. Il ministro ha sottolineato che non esiste “una bacchetta magica” per eliminare gli eventi calamitosi ma c’è la possibilità di una messa in sicurezza per ridurre i costi al paese soprattutto in termini di vite umane.
Intanto l’Anci risponde al Sottosegretario Bertolaso che martedì aveva parlato di intempestività dei lavori da parte dei comuni per la messa in sicurezza dei territori. “Quella del Sottosegretario alla protezione civile, Guido Bertolaso, è un’uscita infelice. Quando parla di intempestività nei lavori per la messa in sicurezza del territorio si dimentica che i comuni sono stati sempre in prima linea su questo versante, ma ora mi viene da chiedere al Sottosegretario: quali risorse possiamo utilizzare?”. Per il sindaco di Piacenza e vicepresidente Anci con delega alle infrastrutture e alla protezione civile, Roberto Reggi “il Sottosegretario conosce benissimo la situazione in cui versano i comuni italiani, anche quelli virtuosi fanno fatica a gestire ed ad assicurare i servizi indispensabili per la cittadinanza. Abbiamo chiesto da tempo al Governo di rispettare gli impegni per la messa in sicurezza del territorio, ma assistiamo ad un rimando continuo nella gestione dei fondi e, quando arrivano, passano per le Regioni e in pochi casi arrivano ai comuni”.
Secondo Reggi “per i comuni italiani che assistono a continui tagli, la critica del Sottosegretario risulta francamente ingenerosa. Dovremo essere noi arrabbiati – aggiunge – visto che queste emergenze le dobbiamo gestire, considerando il fatto che siamo l’istituzione più vicina al cittadino; sicuramente con maggiori fondi a disposizione le cose cambierebbero”. Il vicepresidente Anci continua la sua disamina spiegando che da anni “l’Associazione dei comuni chiede di partecipare ad un tavolo per analizzare, discutere e trovare soluzioni al fine di arginare il fenomeno del dissesto idrogeologico, del quale attualmente si discute in Conferenza Stato-Regioni. L’abbiamo chiesto sia al Governo che alla Protezione civile, ma non abbiamo ricevuto risposte. Rinnoviamo ancora una volta il nostro appello – conclude Reggi – affinché di messa in sicurezza del territorio e di dissesto idrogeologico se ne discuta in Conferenza unificata”.

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