Le tappe del «cronoprogramma» delle Unioni di piccoli Comuni

Fonte: Il Sole 24Ore

Tra le novità introdotte dalla “manovra bis” (legge 148 del 2011, entrata in vigore il 17 settembre 2011), sono di forte impatto le numerose norme contenute nell’articolo 16 e che mutano profondamente l’assetto ordinamentale e quello fiscale dei piccoli Comuni e delle Unioni da essi costituite. Cambia radicalmente l’ottica delle gestioni associate intercomunali, anche quelle già in essere, tra i 5.700 Comuni con meno di 5mila abitanti, di cui circa 2mila sono quelli inferiori ai mille abitanti. Questi ultimi enti, presenti in circa la metà delle 340 Unioni già esistenti, sono attualmente oggetto di una specifica disciplina che li vede obbligati alla gestione associata, in convenzione o in Unione, di tutte le funzioni amministrative e dei servizi pubblici, mentre per i Comuni tra i 1.001 e i 5mila abitanti vige l’obbligo di gestire in Unione o in convenzione “solo” le 6 funzioni fondamentali indicate  provvisoriamente  dall’articolo 21, comma 3 della legge 42 del 2009 (federalismo fiscale), che sono: funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo; polizia locale; istruzione pubblica, asili nido, assistenza scolastica, refezione, edilizia scolastica;viabilità e trasporti; gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato; funzioni del settore sociale. Inoltre, è prevista l’introduzione del patto di stabilità per i Comuni superiori a 1.000 abitanti (dal 2013) e per le Unioni costituite da Comuni inferiori a 1.000 abitanti (dal 2014). Infine, ci sono limiti demografici minimi da raggiungere, differenziati e differenziabili per fascia demografica dalle Regioni, in aggiunta ad almeno 18 scadenze diverse per gli adempimenti previsti (si veda Cronoprogramma su sito Anci), oltre a 3 decreti attuativi ministeriali e alcuni adempimenti regionali, completano un quadro di difficoltosa esemplificazione. L’Anci si sta battendo per il superamento di questa normativa perché ritiene irrazionale quanto previsto e, non da ultimo, anche per alcune tangibili questioni di incostituzionalità. Intanto, per far fronte alle crescenti richieste dei piccoli Comuni, si è reso necessario fornire ogni possibile supporto e assistenza tecnica ai numerosi interrogativi pervenuti. In quest’ottica, l’Anci ha previsto l’apertura di un sito dedicato all’articolo 16 su www.anci.it.

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