Le regole per il premier che verrà

Fonte: La Stampa

di LUIGI LA SPINA

C’è un modo efficace per far credere all’opinione pubblica che una affermazione sia vera, anche se è del tutto falsa: quello di ripeterla ossessivamente e, per di più, con il tono di chi ribadisce un’ovvietà contro la quale nessuno potrebbe obiettare. Cultori assidui di tale trappola propagandistica sono, in questi giorni, soprattutto i leader di quei partiti che ambiscono al primo posto nella classifica delle prossime elezioni, Pd e Movimento 5 stelle. Costoro sostengono che spetti a chi guida la formazione politica che abbia raccolto più voti la poltrona di Palazzo Chigi.
Peccato che questa tesi, irrefutabile in un sistema maggioritario, sia, in modo altrettanto irrefutabile, clamorosamente sbagliata in quello proporzionale. Nel primo, è affidato direttamente ai cittadini il compito di indicare il capo del futuro governo, nel secondo, sono i partiti che segnalano al presidente della Repubblica chi è in grado di raccogliere su di sé i consensi della maggioranza nei due rami del Parlamento.
La storia della nostra Repubblica, del resto, è troppo recente per essere dimenticata dai nostri fintamente smemorati leader. Nel sistema proporzionale, in vigore dal dopoguerra fino alla «rivoluzione maggioritaria», chiamiamola così…

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