La tessera sanitaria impara a scrivere i nomi con la dieresi

Fonte: Il Sole 24 Ore

Chi ha nel proprio nome un carattere «speciale», un accento circonflesso, una dieresi, una eszett (la doppia s) tedesca, potrà vederlo scritto correttamente, sulla propria tessera sanitaria e sul tesserino del codice fiscale. Il tutto in due forme: quella originale, con tutti i segni diacritici, e quella traslitterata, dove, ad esempio la «a» con la dieresi è trascritta «AE». Può essere una bella soddisfazione per chi magari è abituato a digitare complicate combinazioni numeriche, sulla tastiera del computer, per vedere scritto correttamente il proprio nome. Ora l’Anagrafe tributaria è in grado di allineare l’acquisizione dei propri dati a quella effettuata dai Comuni, da cui riceve un flusso continuo di comunicazioni telematiche per ogni nascita, cambiamento di indirizzo, decesso. A questa innovazione tecnica è dedicata la circolare 34/E diffusa ieri dall’agenzia delle Entrate, che fa riferimento, per la traslitterazione dei caratteri speciali, alla tabella adottata dal ministero dell’Interno con la circolare 1 del 22 gennaio 2008. I nomi e i cognomi che terminano con una vocale accentata, in Anagrafe tributaria continueranno a essere scritti con la relativa vocale senza accento. Ci si dovrà accontentare di un apostrofo finale. In tutti gli atti e i documenti in cui non è possibile usare la forma originale del nome, poi – fa sapere la circolare – si userà la forma traslitterata. Passando al codice fiscale, l’informazione chiave per il cittadino-contribuente, che lo identifica fin dalla nascita, la circolare precisa che la sua composizione non cambia in alcun modo: si continuerà ad applicare il sistema di codifica definito ormai 35 anni fa, con il decreto del ministero delle Finanze del 23 dicembre 1976, e «con l’uso esclusivo dei 26 caratteri maiuscoli contenuti nella tabella ivi riportata». Dunque, tutto come noto: tre caratteri alfabetici per il cognome, tre per il nome, due numeri per l’anno di nascita e così via. Tutto, rigorosamente senza dieresi o cediglia.

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