Imu terreni montani, Audizione Anci al Senato: serve una revisione organica

“Rivedere la stima del maggior gettito derivante per i Comuni dalla nuova imponibilità Imu dei terreni agricoli montani che, anche alla luce dei gettiti sino ad oggi acquisiti, presenta evidenti incongruenze; ridefinire i criteri di esenzione e le modalità di ripartizione del taglio sul fondo di solidarietà comunale; promuovere una revisione organica dell’imponibilità dei terreni montani, attraverso un percorso di ampia concertazione con le parti sociali e con i Comuni, che sappia porre la giusta attenzione alle caratteristiche territoriali delle aree montane e tenga conto di fattori rilevanti quali il rischio idrogeologico e la redditività dei fondi agricoli”. Sono queste le principali richieste avanzate ieri dall’ANCI – rappresentata dal sindaco di Senigallia e presidente di ANCI Marche Maurizio Mangialardi – nel corso dell’audizione informale presso l’Ufficio di presidenza della commissione Finanze e Tesoro del Senato, riguardante il disegno di legge sulle “misure urgenti di esenzione IMU”.

Sempre in tema di esenzione dei terreni agricoli montani, l’ANCI ha osservato che “non è stata fornita alcuna nota metodologica circa i parametri utilizzati, né con riferimento alla stima complessiva, né alla sua disaggregazione per ciascun Comune. Le stime ministeriali – afferma Mangialardi – devono pertanto essere riviste alla luce dei gettiti effettivi, al fine di evitare gravi criticita’ di tipo sia finanziario che gestionale e provvedere alle compensazioni che si renderanno necessarie”.

Nel corso dell’Audizione, infine, il rappresentante dell’ANCI ha posto nuovamente all’attenzione del Senato le richieste ancora inevase sulla finanza locale: ‘’Ripristino del trasferimento integrativo di 625 milioni, a fronte del congelamento della disciplina Imu-Tasi 2014; assicurare un avvio finanziariamente sostenibile per le Città metropolitane, alle quali la legge assegna nuove funzioni non gestibili nelle attuali condizioni; riprendere la tematica della riscossione locale che richiede una riforma stabile e duratura, anche in attuazione della Delega fiscale; concertare il ruolo dei Comuni nella riforma del Catasto e nel decentramento delle funzioni catastali, che costituisce ad avviso dell’ANCI una condizione decisiva per il buon esito della riforma stessa”.

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