Imprese e p.a., appalti verdi

Fonte: Italia Oggi

Forniture verdi alla p.a., recupero semplificato dei rifiuti, sconti Tares per favorire il compostaggio, semplificazioni per le imprese che accedono alle procedure di valutazione e autorizzazione ambientale, maggiore libertà agli enti parco (anche per velocizzare i rapporti con le imprese), responsabilità allargate che per chi affida carichi da trasportare in nave, sanzioni rafforzate per i comuni che non attueranno gli obiettivi di raccolta differenziata imposti dall’Ue e obbligo per la p.a. di rifornirsi con beni e servizi ambientalmente sostenibili. Misure per l’ambiente, ma anche per la semplificazione degli oneri delle imprese, a 360 gradi nel ddl ambientale collegato alla «Legge di Stabilità» esaminato ieri in preconsiglio dei ministri. Un ddl che sembra voler dare una volta per tutte piena attuazione al principio comunitario «dalla culla alla tomba», riferito al ciclo di vita dei beni.

Forniture verdi alla p.a. La spinta sugli appalti pubblici verdi (cd. «green public procurement») avviene in una duplice direzione. Da un lato trasformando in vero e proprio obbligo per le p.a. quello di fondare gli appalti per il soddisfacimento del proprio fabbisogno di beni e servizi sui criteri ambientali. Dall’altro attirando verso le gare pubbliche imprese ambientalmente già certificate. Superando l’originaria impostazione della legge istituiva del «Gpp» (Legge 296/2006) che chiedeva alla p.a. di tenere conto degli eco-criteri solo «ogniqualvolta sia possibile», lo schema di ddl in discussione prevede ora il secco obbligo di inserire nei bandi di gara i «criteri ambientali minimi» elaborati (ed elaborandi) dal Minambiente per specifiche categorie di prodotti in attuazione del dm 11 aprile 2008 (Ndr: come recentemente aggiornato dm 25 luglio 2011), prodotti tra cui attualmente figurano: servizi energetici per edifici; attrezzature elettriche ed elettroniche d’ufficio; carta per copia; ristorazione collettiva; servizi di igiene e pulizia; prodotti tessili e arredi d’ufficio. Ad attirare verso le gare pubbliche verdi i fornitori eco-certificati sarà invece lo sconto fino al 20% sulle cauzioni da fornire a corredo delle relative previsto a favore delle imprese griffate Emas (il marchio comunitario che garantisce la qualità ambientale dell’azienda) ed Ecolabel (il marchio che garantisce i prodotti offerti).

Recupero semplificato rifiuti. La spinta sul recupero passerà innanzitutto dal coordinamento tra le norme tecniche Ue di ultima generazione sul trattamento dei rifiuti e quelle burocratiche nazionali sul regime autorizzatorio dei relativi impianti. In base al ddl il trattamento dei rifiuti individuati dai regolamenti Ue su cd. «end of waste» (attualmente: rame, vetro, ferro, acciaio ed alluminio) potrà infatti avvenire secondo le procedure semplificate previste dal dlgs 152/2006 (avvio tramite mera comunicazione in luogo di vera e propria autorizzazione).

Più compostaggio. Arriva lo sconto fino al 50% dell’attuale «Tares» (proprio dalla legge di Stabilità destinata a confluire nella «Trise») a favore di coloro che procederanno (nei termini previsti dal «Codice Ambientale») all’autocompostaggio dei propri rifiuti organici, e ciò sia a titolo individuale che collettivo (tramite la nuova figura del cd. «compostaggio di comunità»).

Stop incenerimento rifiuti. Ancora, a dirottare le condotte verso il recupero sarà il previsto blocco di tutte le istanze di autorizzazione per l’avvio di nuovi impianti di incenerimento e coincenerimento di rifiuti, tranne che nelle Regioni in emergenza ambientale. E questo fino all’adozione del futuro dm con il quale il Minambiente individuerà l’effettivo fabbisogno nazionale di ulteriori strutture a ciò deputate.

Discariche in controtendenza. In controtendenza rispetto alle descritte azioni appare invece essere la cancellazione, prevista dallo stesso ddl, del divieto di conferire in discarica rifiuti con «Pci» superiore a 13 mila kJ/kg. Divieto che secondo lo storico dlgs 36/2003 dovrebbe scattare dal prossimo 31 dicembre 2013 in base all’ultima delle proroghe che si protraggono dal 2010.

Mari e parchi. Estesa la responsabilità solidale in caso di incidenti che coinvolgono navi: oltre all’armatore e al proprietario della nave, risponderà anche il proprietario del carico trasportato. Due le ragioni dell’ampliamento delle norme di cui alla legge 979/82: spingere i proprietari di carichi inquinanti a scegliere vettori più sicuri e avvalersi di idonei equipaggi; favorire la possibilità dell’Erario di recuperare le spese antinquinamento sostenute (il recupero spese è infatti attualmente particolarmente oneroso, vista l’appartenenza dei mezzi utilizzati ai paesi più disparati, il che significa per il minambiente grossa difficoltà nel rintracciare i soggetti responsabili e riscuotere coattivamente il credito).

Valutazioni e autorizzazioni ambientali. Semplificate le procedure autorizzative in materia di scarichi in mare di acque derivanti da attività di ricerca, prospezione, coltivazione di idrocarburi in mare movimentazione di fondali marini. In particolare viene eliminata la specifica autorizzazione ministeriale alla posa di cavi e condotte facenti parte di reti energetiche di interesse nazionale: la valutazione d’impatto viene assorbita nella «Via» nazionale e, in casi residuali, viene mantenuta la competenza regionale. Istituita infine una Commissione tecnica unificata per Via (valutazione d’impatto ambientale), Vas (valutazione ambientale strategica) e Aia (autorizzazione d’impatto ambientale).

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