Il federalismo fiscale di Tremonti

L’imposta municipale unica che “riassume 24 imposte” diverse è “una grande semplificazione” perché consente ai cittadini “di compilare un solo modello, fare una sola fila”. Lo ha affermato il Ministro dell’economia, Giulio Tremonti, nel corso dell’audizione presso la commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, aggiungendo che si tratterà di “un’autonoma scelta che si farà Comune per Comune” e sarà “oggetto di discussione”. Per i cittadini, aggiunge il ministro, “24 forme di prelievo sono tante”. Il federalismo municipale, inoltre, ha proseguito Tremonti, prevede anche “la devoluzione dei gettiti fiscali ai comuni sul comparto immobiliare”. In pratica, spiega il ministro, “la tassa di registro non la paghi allo Stato, ma al sindaco”. “Noi – ha sottolineato – vogliamo fare il federalismo municipale nel modo più facile e meno traumatico possibile”. Un percorso che il ministro intende fare insieme al Parlamento. “Noi lo vogliamo fare con voi”, ha detto rivolgendosi ai parlamentari della commissione bicamerale. A proposito del rapporto fisco-immobili, Tremonti ha aggiunto: “non credo sia giusto tassare la prima casa perché è un bene costituzionale”, e ha quindi difeso l’eliminazione dell’Ici sulla prima casa. “Credo sia stato un bene toglierla”, ha osservato rispondendo alle domande dei parlamentari dell’opposizione. Per quanto riguarda invece più in generale il federalismo fiscale, il titolare del dicastero di via XX Settembre ha affermato che “saremo prudenti, non abbiamo la minima intenzione di rischiare. Molti pezzi ancora stanno venendo fuori e certamente molti dati e molti aspetti della finanza pubblica locale e del rapporto tra finanza locale e centrale sono molto difficili da definire. È difficile lavorare quando i bilanci non si parlano. Stiamo cercando di capire e ricostruire serie numeriche – ha concluso – di acquisire conoscenze che sappiamo ancora di non avere”. “Nel valutare l’impatto della manovra bisogna considerare anche il federalismo fiscale e gli effetti positivi, non negativi,dei decreti attuativi, che sono in avanzata fase di elaborazione, per i governi locali. Nel federalismo fiscale municipale ci sono molti elementi positivi per le province, che l’hanno capito. Invece non c’è stata una sufficiente considerazione delle regioni del federalismo fiscale regionale”. Per il ministro, dalla Conferenza delle regioni viene una visione “non corretta della manovra che è parte di una serie di manovre che molto hanno inciso sul governo locale. Ragionando sul federalismo regionale siamo convinti che si troverà una quadra: economie possono essere fatte, anche economie dal punto di vista del recupero di evasione fiscale”. Tremonti è poi tornato a criticare l’Irap (l’imposta regionale sulle attività produttive) e ha annunciato che il governo “sta cercando di ragionare” sull’imposta. Ma, sottolinea, “non è facile perché è un tributo grande” che finanzia la sanità. “Provate voi – ha detto il ministro ai parlamentari – a trovare delle soluzioni” per cancellare l’imposta.
“La risposta del Ministro Giulio Tremonti alle 10 domande del Pd è stata insoddisfacente e preoccupante”, ha affermato il senatore Walter Vitali, capogruppo Pd nella commissione bicamerale sul federalismo. “Ha risposto – aggiunge – con argomenti che si possono condividere o meno, sulle domande relative al passato, alle vicende di finanza pubblica contenute nella Relazione. Non ha invece risposto alle domande relative al presente. Non ha detto quale sarà la successione dei decreti legislativi proposta dal Governo. Non ha spiegato come il Governo intende finanziare la clausola di salvaguardia contenuta nella manovra, secondo la quale i tagli a regioni ed enti locali non si consolidano al momento dell’attuazione della legge 42”. “Tremonti non ha detto, e questo è particolarmente negativo – prosegue Vitali – come il Governo intende finanziare il Patto di convergenza nell’offerta di servizi e garantire una reale autonomia impositiva di regioni ed enti locali. Non ha chiarito cosa succederà con l’Imu, in modo particolare come potrà essere garantita la perequazione tra comuni con una unica imposta relativa ad una base imponibile così sperequata sul territorio. Ne esce – conclude Vitali – un quadro di attuazione parziale e fortemente distorto della legge sul federalismo fiscale, che dovrebbe preoccupare molto le forze che più credono nel federalismo, a partire dalla Lega Nord”.

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