Il “biologico” compie 20 anni, cresce richiesta

Un settore che vede aumentare la richiesta da parte dei consumatori ma che allo stesso tempo vive anche una certa staticità produttiva, con un numero di operatori che è sempre lo stesso e una superficie coltivata che cresce poco. È la fotografia dell’agricoltura biologica italiana, che oggi festeggia 20 anni dall’approvazione del regolamento europeo sul biologico con una posizione di leadership a livello continentale per numero di operatori (47.663), un secondo posto per superfici coltivate (un milione e 113mila ettari) e grandi ambizioni per il futuro.
“L’agricoltore ha oggi un ruolo sociale riconosciuto e questo è un grande traguardo raggiunto – ha spiegato Andrea Ferrante, presidente dell’Aiab (l’Associazione Italiana dell’agricoltura biologica durante un convegno che si è svolto questo pomeriggio a Roma – ma occorre fare di più per crescere e provare a raggiungere il traguardo del 30% delle superfici coltivate e del 20% dei consumi totali che ci siamo dati per il 2020”.
Per farlo, secondo Teresa De Matthaeis, dirigente dell’Ufficio Agricoltura Biologica del Ministero delle politiche agricole, le priorità su cui investire dovrebbero essere principalmente due: l’informatizzazione del settore e un rafforzamento della filiera. Bisogna poi scommettere ancora di più sui giovani, che sono la vera “anima” dell’agricoltura biologica italiana, come spiega ancora il presidente Ferrante. ” I proprietari tipo di un’azienda biologica sono risultati essere in base a una recente indagine per lo più dei giovani, in particolare donne, e questo per noi è una ricchezza da sfruttare” afferma Ferrante.

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