Il bilancio «di previsione» non sarà modificabile

Fonte: Il Sole 24 Ore

Gli enti locali avranno tempo fino al 30 novembre, un mese prima della fine dell’anno, per approvare il bilancio di previsione 2013. La nuova proroga è stata inserita nel Dl 102 del 31 agosto 2013, che abroga la rata di giugno dell’IMU sulle abitazioni principali e sulle categorie per le quali, con il Dl 54/13, ne era stata disposta la sospensione. Il Dl prevede altre disposizioni sull’IMU, rivede la Tares, spostando al 30 novembre i termini per l’approvazione del Regolamento e delle relative tariffe.

Sono inoltre rinviati ad ulteriori provvedimenti sia l’eliminazione della rata Imu di dicembre, sia l’introduzione, dal 2014, della nuova service tax. Questi i “titoli” del nuovo scenario di breve periodo della finanza locale. Il metodo, però, va in netta contraddizione con i principi della sana programmazione. Le conseguenze non sono rassicuranti, almeno sul piano tecnico e contabile.

Gli enti che non hanno ancora approvato il bilancio hanno operato finora in dodicesimi, sulla base dell’assestato 2012, i cui valori sono generalmente più alti del relativo consuntivo. Continuare con la gestione provvisoria fino al 30 novembre significa mettere a rischio gli equilibri di bilancio, soprattutto sulla parte corrente. Che lo Stato si faccia carico dell’Imu abrogata è il minimo che ci si potesse aspettare, ma si dovranno attendere ancora settimane per l’esatta quantificazione; è, infatti, previsto un ulteriore decreto del Ministero dell’interno, di concerto con l’Economia.

Per i Comuni si riduce l’autonomia di agire sulla principale leva fiscale; e per gli enti che avevano già provveduto ad innalzare le aliquote per il 2013, tutti i programmi sono da riesaminare. Approvare il previsionale al 30 novembre significa, di fatto, approvare il pre-consuntivo, inglobando, in uno, i provvedimenti della salvaguardia e dell’assestamento. Dopo il 30 novembre, si ricorda, non sono più possibili variazioni di bilancio. Si può ancora chiamare bilancio di previsione un documento non più modificabile ?

E quali sono le conseguenze di questo decreto per gli enti che hanno già approvato il loro bilancio? Di certo dovranno adottare le necessarie variazioni di bilancio. Stando alla tempistica dettata dal decreto, non ci sarebbero i tempi tecnici per la manovra di salvaguardia da approvare entro il 30 settembre. Alla luce delle modifiche intervenute, che riguardano anche la Tares, e dei rinvii a nuove disposizioni sulla seconda rata dell’Imu, si ritiene che, come già accaduto nel 2012, la salvaguardia dovrà essere approvata contestualmente all’assestamento.

Guardando alle casse comunali, l’unica notizia lieta è l’erogazione del 5 settembre del secondo acconto del Fondo di solidarietà Comunale, la cui quantificazione complessiva resta ancora un rebus. In definitiva, i Comuni programmano le proprie politiche di spesa sulla base di Imu, Tares, Fondo di solidarietà comunale e addizionali comunali. La caratteristica che oggi li accomuna è la totale incertezza sulla loro entità. Il federalismo tanto auspicato avrebbe dovuto concedere agli amministratori locali le leve sufficienti a manovrare le politiche fiscali in funzione del proprio mandato. Così non è. Le aspettative sulla service tax aumentano, ma nel frattempo resta il problema degli equilibri di bilancio per il 2013.

Gli strumenti

01|SALVAGUARDIA
La legge prevede la possibilità che gli enti approvino la salvaguardia entro il 30 settembre, con la possibilità di modificare anche aliquote e tariffe. In una situazione ordinaria, questo permette di modificare eventuali errori di quantificazione nel preventivo o di finanziare uscite impreviste

02|ASSESTAMENTO
Entro il 30 novembre i Comuni devono procedere all’assestamento di bilancio, dopo il quale non è più possibile modificare le poste dei conti che a quel punto assumono un valore definitivo, da verificare e certificare nel rendiconto

03|PREVENTIVO
Lo slittamento al 30 novembre previsto per il 2013 dal Dl Imu-2 rappresenta un record nella storia dei rinvii di termini per la chiusura dei preventivi, e di fatto rende inutilizzabili i due precedenti strumenti per gli enti che attendono il nuovo termine

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