Gettito Iva, dubbi della Camera

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Iva, rendite finanziarie, contributo di solidarietà, Robin tax, tabacchi e giochi. Sul fronte delle entrate i tecnici del servizio bilancio della Camera sollevano più di un dubbio su alcune delle principali misure introdotte con la manovra di ferragosto. Non solo. Nel dossier viene chiesto al Governo di approfondire anche alcuni aspetti critici su tagli di spesa, spending review e razionalizzazione delle agevolazioni fiscali. Ma non sono queste le sole spine con cui ha fatto i conti il decreto di ferragosto, nella versione uscita da Palazzo Madama, appena approdato a Montecitorio. Si è in fatti subito aperta un polemica tra maggioranza e opposizione sulla tempistica per giungere al sì definitivo di Montecitorio. Nella Conferenza dei capigruppo il Pdl ha nuovamente sottolineato la necessità di approvare la manovra entro domani anche per dare un nuovo segnale rassicurante ai mercati. Ma il Pd ha chiesto di arrivare almeno a lunedì per consentire ai deputati avere a disposizione più tempo per esaminare il testo e di evitare la blindatura in cambio della presentazione di pochi emendamenti. L’ipotesi di un iter leggermente prolungato ha visto sostanzialmente d’accordo anche Lega e Responsabili. A questo punto il Pdl ha puntato i piedi annunciando il ricorso alla fiducia, che ha anche la funzione di tenere compatta la maggioranza. A questo punto il testo, che approderà lunedì in Aula, proprio per effetto della fiducia non potrà essere approvato prima di giovedì. L’Idv intanto ha già deciso di fare leva sulla pregiudiziale di costituzionalità sull’articolo 8 (contratti di lavoro). Tornando ai rilievi dei tecnici di Montecitorio sull’Iva, nel dossier si segnala che la stima dell’aumento dal 20 al 21% dell’aliquota ordinaria, pari a 700 milioni per l’anno in corso e 4,2 miliardi per ciascuno degli anni 2012 e 2013, terrebbe conto di un andamento costante del gettito relativo al 2009. In sostanza la relazione tecnica non «considera i possibili effetti di contrazione dei consumi legati all’attuale fase di congiuntura sfavorevole». Non convince poi la stima del gettito Iva di 700 milioni attesi per per i prossimi tre mesi e mezzo. Secondo i tecnici, andrebbe chiarita la distinzione tra contribuenti mensili e trimestrali. Anche sulla Robin tax, così come per l’Iva, le stime ufficiali, secondo i tecnici, non tengono conto dell’invarianza della redditività delle imprese. Sul contributo di solidarietà vengono chiesti al Governo chiarimenti sul meccanismo scelto per l’applicazione del prelievo su dipendenti pubblici e pensionati che hanno altre tipologie di reddito. Inoltre, risultano poco chiari gli effetti finanziari sulle addizionali comunali e regionali anche in funzione del federalismo. Luci e ombre sull’armonizzazione al 20% delle rendite finanziarie. Se da una parte la stima degli effetti di cassa è ritenuta corretta, dall’altra il servizio bilancio sottolinea che l’ammontare degli investimenti utilizzato per la quantificazione si basa su un dato del 2010 senza considerare gli effetti di proiezioni negli anni successivi. In via prudenziale, suggeriscono i tecnici di Montecitorio, sarebbe necessario acquisire i dati sulla «costanza degli investimenti nel tempo». La tempesta estiva sui mercati ha avuto e avrà effetti anche su investimenti e risparmi dei contribuenti. Una vera e propria scommessa le maggiori entrate da giochi e dai tabacchi. Anche sulle “bionde” ad esempio, i tecnici ricordano che per determinare il maggior gettito atteso dall’aumento dell’accisa si sarebbe dovuto tener conto di un effetto negativo sui consumi così come di possibili spinte a comportamenti irregolari o elusivi (contrabbando). Sul lato dei tagli faro puntato sui risparmi di spesa e sulla loro reale sostenibilità da parte dei ministeri. All’appello mancherebbe il dato più importante: l’entità delle risorse necessarie al loro funzionamento disponibili presso ciascuna amministrazione. Non appare chiaro come le nuove riduzioni alle amministrazioni centrali si coordino con i tagli alle dotazioni già previste con le precedenti manovre di finanza pubblica. Il dossier rileva che la prevista riduzione delle spese «dovrebbe intendersi come aggiuntiva» ai tagli già disposti.

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