Gestione dei tribunali: il conto va alla Giustizia

Fonte: Il Sole 24 Ore

Nei Comuni – in tutti i Comuni e non solo in quelli che hanno deciso di mantenere l’ufficio del giudice di pace (si veda l’articolo sopra) – è in atto una piccola rivoluzione: dal 1° settembre le spese per la gestione e il funzionamento degli uffici giudiziari, che fino a tre settimane fa venivano sostenute dal municipio presso cui si trova il tribunale o la Corte di appello, ora diventano di competenza del ministero della Giustizia. Viene, dunque, modificato un sistema che era in piedi da più di 60 anni, da quando la legge 392 del 1941 aveva deciso che i costi degli uffici giudiziari dovessero gravare sulle casse comunali. Acqua, luce, riscaldamento, telefono, manutenzione, custodia: tutte queste spese le sosteneva il Comune, che poi chiedeva il rimborso al ministero della Giustizia. Rimborso che, però, non solo arrivava con ritardo, ma anche con importi ridimensionati rispetto alle richieste. Negli ultimi anni, la somma complessiva riconosciuta dalla Giustizia è stata di 280 milioni di euro annui. Però, per esempio, di tale cifra relativa al 2012 il ministero ha finora pagato il 21%, mentre per il 2013 ci si ferma all’11 per cento. Se si considera anche la quota del 2014 e gli otto mesi di quest’anno, i Comuni aspettano ancora dalla Giustizia circa 700 milioni. Dal 1° settembre questo meccanismo è cambiato radicalmente, perché a far fronte alle uscite ora è direttamente il ministero.
Il legame tra via Arenula e i sindaci non viene, però, reciso del tutto. Resta, infatti, a libro paga dei Comuni tutto il personale inquadrato nei municipi e distaccato presso gli uffici giudiziari. Si tratta di custodi, centralinisti, manutentori, addetti ai servizi di accoglienza e orientamento all’interno dei tribunali. Persone di cui il ministero della Giustizia non dispone e per le quali deve continuare a fare ricorso ai Comuni. Una convenzione firmata a fine agosto dal ministero con l’Anci indica come muoversi: gli uffici giudiziari dovranno sottoscrivere – e in diverse realtà è stato già fatto – convenzioni e accordi con i municipi per continuare ad avvalersi dei servizi finora assicurati dal personale comunale. Servizi che saranno pagati dalla Giustizia in base a quanto gli addetti costano all’amministrazione locale. Spese che non potranno, complessivamente, superare i 35 milioni di euro. Ma l’Anci ha stimato la cifra sufficiente.
Nelle realtà dove le convenzioni con la Giustizia non sono state ancora firmate – precisano all’Associazione dei Comuni, che sta inviando una comunicazione in tal senso ai sindaci – gli addetti impiegati negli uffici giudiziari continueranno a svolgere il lavoro, in attesa che venga formalizzato il cambio di sistema.

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