Fondo antisisma da 40 milioni

Sarà di circa 40 milioni la tranche relativa al 2010 del nuovo “Fondo per la prevenzione sismica” ripartito tra le regioni italiane. La destinazione dei fondi è stata discussa e analizzata ieri a Roma dall’assessore alla protezione civile del Friuli Venezia Giulia – e coordinatore nazionale degli assessori regionali – Riccardo Riccardi, assieme al sottosegretario Guido Bertolaso. Con la legge 77 del giugno 2009 è stato creato lo strumento finanziario, destinato a nuove iniziative destinate alla prevenzione dal rischio sismico. Il Piano nazionale di prevenzione rappresenta “un primo organico passo”, hanno sottolineato Bertolaso e Riccardi per fronteggiare nel modo più adeguato possibile la calamità naturale. Da oggi al 2017 il Fondo è stato dotato di circa 950 milioni di euro. La parte più cospicua sarà dedicata al rafforzamento antisismico degli edifici pubblici e privati a maggiore rischio sismico. Altra parte servirà all’incentivazione dei programmi di microzonazione sismica del territorio e degli studi per la pianificazione urbanistica e dell’emergenza.

Federalismo
Si incontreranno intanto lunedì 4 ottobre i presidenti delle regioni, che sono stati convocati ieri per una seduta straordinaria della Conferenza dal presidente Vasco Errani per discutere della bozza di decreto legislativo in materia di autonomia di entrata degli enti territoriali. Lunedì stesso o martedì potrebbe esserci un incontro tra i presidenti delle regioni ed esponenti del governo. Giovedì 7 ottobre i governatori torneranno ad incontrarsi per una seduta ordinaria della Conferenza. Intanto in questi giorni il presidente Errani e il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, sono al lavoro per tentare di appianare i timori che le regioni del Mezzogiorno nutrono sul federalismo, in particolare quelle che hanno un forte deficit sanitario. “La mia battaglia è ora sul piano di rientro della sanità che devo consegnare il 30 di settembre. Poiché non si può chiedere a cinque governatori sotto piano di rientro in questa settimana di andare in Conferenza delle regioni a parlare di un decreto che cambierà la vita dei cittadini, ieri ho telefonato ad Errani. Gli ho detto che non possiamo affrontare ora una discussione così importante ma che da lunedì siamo pienamente disponibili a concentrarci su questo. Anzi: siamo disposti a fare solo questo, 24 ore su 24”, ha detto il governatore del Lazio, Renata Polverini, nel corso di un convegno. Sulla stessa linea il presidente della Regione Molise, Michele Iorio: “Sono preoccupato da ciò che non conosco: noi ancora non conosciamo i contenuti del decreto e nemmeno gli effetti che i decreti avranno sulla sanità regionale. È difficile essere concordi su ciò che non si conosce”. Per quanto riguarda il decreto sui costi standard in sanità, dalle dichiarazioni di oggi del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, sembra che tra le regioni di riferimento per il calcolo dei fabbisogni standard, le cosiddette Regioni benchmark, ce ne sarà anche una del sud e che questa sarà la Basilicata che ha un saldo finanziario positivo in sanità e ha garantito servizi appropriati ed efficienti ai cittadini. C’è da dire però che il decreto sui costi standard entrerà in vigore nel 2013 e quindi quali saranno le Regioni benchmark lo si potrà capire solo a fine 2011. Ad oggi, cioè facendo riferimento all’anno 2009, le regioni che hanno fatto registrare bilanci in equilibrio relativamente alla sanità sono Marche, Lombardia, Toscana, Umbria e Basilicata.

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