Federalismo, oggi il confronto

La necessità di mettere maggiormente in linea il decreto legislativo sulla fiscalità regionale con la legge delega 42, sulla quale fra le regioni si era trovato un equilibrio faticoso. Non solo, nel decreto attuativo scompare la fase transitoria prevista dalla legge delega, che va ripristinata. E ancora: il decreto messo a punto dall’esecutivo non considera i costi standard “non sanitari” come l’assistenza, l’istruzione e la spesa in conto capitale del trasporto pubblico locale. E questo è un problema, visto che la fiscalizzazione delle risorse deve essere basata sull’esatta definizione dei costi e delle risorse da fiscalizzare. Sono queste le questioni su cui le regioni si sono confrontate ieri nel preparare un documento comune con il quale affrontare il confronto previsto per oggi con i Ministri Tremonti e Calderoli. Durante la conferenza straordinaria, convocata dal presidente Vasco Errani, è stato il coordinatore degli assessori al bilancio, Romano Colozzi, ad aprire la riunione con una relazione propositiva nella quale si è anche sottolineato che, se non attentamente ponderato, il paniere dei tributi regionali, potrebbe creare grande confusione sul cittadino che rischia di non beneficiare né di una semplificazione del sistema né di una riduzione fiscale. L’accento è stato posto anche sulla necessità di armonizzare il sistema fiscale delle regioni con i tributi da cedere agli enti locali: le regioni rischiano – è stato sottolineato – di essere messe nelle condizioni di cedere aliquote non ancora ricevute, per sostituire trasferimenti che non sono ancora definiti. Quanto all’introduzione dei cosiddetti costi standard, in sostituzione della spesa storica, previsti dall’altro decreto di attuazione del federalismo il coordinatore degli assessori al bilancio ritiene che il sistema potrebbe essere introdotto già nel 2012, senza aspettare l’anno successivo, ed ha spiegato che il decreto non produrrà rivoluzioni di clamore nell’assegnazione delle risorse. Il testo di questo decreto, pur avendo parti da migliorare, sembrerebbe, insomma, avere nella sua stesura coerenza con i contenuti della legge delega 42.
Vediamo le posizioni di alcuni dei governatori.

Formigoni (Lombardia)
Le regioni andranno al confronto con il Governo, sul federalismo, “con volontà positiva”, ha voluto sottolineare il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, al termine della riunione straordinaria dei governatori. “Abbiamo lavorato molto insieme – ha detto – e stiamo elaborando una posizione comune. Le regioni sono per il federalismo e per la sua approvazione in tempi rapidi”, ha detto ancora il governatore della Lombardia sottolineando che ci sono, sul fronte dei decreti attuativi e in particolare quello sulla fiscalità regionale oggetto del tavolo di domani con l’esecutivo – osservazioni e criticità.

Scopelliti (Calabria)
“Rilanciare un piano per il Mezzogiorno” che può camminare “in modo parallelo al federalismo”. Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria, rilancia la questione sud. Per il presidente della Calabria l’incontro previsto con il Governo sul federalismo, è “importante per capire quali saranno i margini su cui si può lavorare”. Per Scopelliti, si è registrata stamane nel confronto fra i governatori “una larga convergenza” sui temi e sulle questioni che riguardano il federalismo”.

Zaia (Veneto)
“Soltanto se tutte le Regioni accetteranno di seguire la logica della responsabilità e dell’autonomia, si potrà trovare una soluzione ai problemi del Sud. Ma essa non può non andare di pari passo con la soluzione del grande problema del Nord, che è quello di essersi assunto per anni il carico delle gravi lacune del Meridione. Oggi i tempi delle vacche grasse sono finiti, e ciascun territorio ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità. Il federalismo è la chiave per cominciare questo percorso nuovo”, ha affermato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia commentando le parole del governatore Scopelliti a proposito di federalismo e piano di rilancio per il Sud. “Come ha detto anche il Presidente Napolitano, a questo punto il federalismo è una necessità per l’intero paese. Ci incontreremo in questi giorni con tutte le Regioni – ha concluso Zaia – proprio per affrontare, senza alcuno spirito polemico, tali temi ormai prioritari”.

Lombardo (Sicilia)
Si è in un “momento delicatissimo”, dice il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che pone l’accento sulle questioni poste da alcuni regioni come la sua stessa Sicilia, ma anche la Calabria, la Campania insieme al Lazio ed al Molise. Questioni “che non possono che essere recuperate”. Se la Conferenza delle regioni vuole esprimersi unitariamente “non può che tenerle nella dovuta considerazione”, aggiunge Lombardo che spiega ancora: bisogna che il federalismo “venga impostato in modo da non incrementare le differenze”. Va bene il principio di responsabilità, insomma, e l’introduzione dei costi standard “ma ragionando”.

Caldoro (Campania)
“Tutti condividiamo la legge delega 42 sul federalismo fiscale. Tutto ciò che si discosta può creare problemi”, ha detto il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, che ha messo l’accento sulla necessità di un fondo perequativo e di una convergenza fiscale graduale.

Polverini (Lazio)
Le ragioni delle regioni del Sud “assumono più forza se sono espresse unanimemente dalla Conferenza delle regioni, come accadrà domani”, nell’incontro con il Governo. Ne è convinta la governatrice del Lazio, Renata Polverini che, al termine della conferenza straordinaria ha anche sottolineato: “l’aspetto che vogliamo evidenziare al Governo, è che sia applicato il miglior federalismo fiscale, nell’ambito della legge 42”. Un federalismo che consenta alle regioni di “erogare servizi”. Quanto all’appuntamento con gli esponenti dell’esecutivo, Polverini ha anche detto: “gli aspetti che saranno illustrati dal presidente Errani riguardano questioni che interessano tutti i territori d’Italia, regioni virtuose e meno virtuose, regioni speciali e non”, consapevoli che ci sono “realtà territoriali diverse”.

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