E Palermo riceve dal Governo aiuti straordinari

Fonte: Il Sole 24 Ore

Per giustificare un finanziamento di 5 milioni alla Gesip, società in dissesto del Comune di Palermo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha firmato un’ordinanza il 13 giugno con cui impartisce «disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti» nel capoluogo siciliano. Il problema è che la Gesip non ha nulla a che spartire con i rifiuti, se non per il fatto che, accanto alla manutenzione del verde pubblico, è responsabile della pulizia e dello spazzamento di uffici e ville comunali, scuole materne, canili municipali e della tumulazione delle salme al cimitero dei Rotoli. Insomma, per scongiurare un’insolvenza che affonderebbe i conti del Comune si scomodano anche i morti e si fa passare per emergenza rifiuti ciò che non lo è. È l’Amia, infatti, che si occupa del servizio di igiene ambientale, un’altra società del Comune scampata alla bancarotta e ammessa nella primavera dello scorso anno all’amministrazione straordinaria su richiesta della Procura. La Gesip rappresenta sì un’emergenza ma a livello sociale, per via dei suoi 1.900 lavoratori, di cui un terzo con precedenti penali, pronti a tutto pur di difendere il posto. L’immondizia non c’entra niente, anche se nell’ordinanza si legge che le misure straordinarie di natura finanziaria sono adottate per «assicurare la continuità e la corretta gestione del ciclo dei rifiuti nel rispetto della tutela della salute e delle matrici ambientali». Siamo peraltro di fronte a una delle aziende comunali a più alto tasso di assenteismo. Il Sole-24 Ore ha documentato (in un articolo dell’ottobre 2009) che tra gennaio e ottobre di quell’anno erano state recapitate al personale Gesip 270 contestazioni, tra cui 79 ammonizioni scritte, 39 multe e 27 sospensioni, mentre 66 casi risultavano sotto osservazione e 56 archiviati. Il contributo straordinario di 5 milioni, che il Comune dovrà restituire allo Stato entro la fine dell’anno, era atteso come il pane dalla giunta di centro-destra, per garantire ai lavoratori un altro mese di stipendio ed evitare che le proteste si trasformassero in veri e propri tumulti. Il sindaco, Diego Cammarata, spera che nel frattempo Berlusconi gli sganci 150 milioni da qui al 2015 per consentirgli di collocare gradualmente i lavoratori della Gesip nei ranghi del Comune e delle sue partecipate. La richiesta ha fatto montare su tutte le furie il primo cittadino di Cesena, il pidiessino Paolo Lucchi, che ha scritto al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per lamentare come mai il governo continui a staccare assegni a un ente locale prossimo alla decozione negandoli ai Comuni del Nord e del Sud che hanno i conti in regola. Già nel 2008, con il decreto milleproroghe, il governo aveva dato all’amministrazione comunale di Palermo 80 milioni per tenere in vita l’Amia: denaro bruciato in un inutile aumento di capitale. Poi il Cipe ha stanziato 130 milioni con obbligo di rendicontazione, utilizzati per interventi vari come l’acquisto di 30 autocompattatori ceduti proprio ieri in usufrutto dal Comune all’Amia. L’emergenza però resta, a tutti i livelli, e Palermo rischia di diventare una polveriera sociale. Proprio come Napoli.

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