Diluvio di cause contro il Sistri

Fonte: Italia Oggi

Cause a raffica contro il Sistri. Le imprese aderenti a Cna, Confartigianato, Casartigiani e Confesercenti si rivolgeranno ai tribunali per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal mancato avvio del sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti e, soprattutto, per recuperare le tariffe pagate per un servizio non goduto. L’annuncio è giunto ieri, in serata, con un comunicato unitario delle quattro confederazioni. Quattro delle cinque sigle che compongono il sodalizio Rete Imprese Italia, di cui fa parte anche Confcommercio. In particolare, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’organizzazione guidata da Carlo Sangalli non sarebbe contraria sul merito della rivendicazione espressa da Cna, Confartigianato, Casartigiani e Confesercenti. Ma marcherebbe un distinguo sul metodo. In particolare, le azioni legali avviate dalle imprese punteranno a recuperare i contributi versati dagli imprenditori nel biennio 2010-2011 per il funzionamento del Sistri (il sistema telematico per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi) che non è mai diventato operativo. «Negli ultimi due anni», si legge in una nota delle quattro sigle, «325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500 mila chiavette usb e quasi 90 mila black box. Risultato: il Sistri non è mai partito». La questione non è di oggi. Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti sottolineano come abbiano «sempre denunciato le inefficienze e gli inutili costi del Sistri per le imprese chiamate ad attuarlo». Quindi chiedono «una revisione profonda e strutturale del sistema, per semplificare il quadro normativo e le procedure e rendere il Sistri uno strumento di semplice utilizzo, realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza». Sembra dunque passato il tempo dei tavoli tecnici: «In attesa che il sistema possa funzionare», spiega la nota unitaria, le quattro confederazioni accompagneranno «gli imprenditori nelle azioni legali che saranno aperte nei confronti del ministero dell’Ambiente per restituire alle nostre imprese risorse quanto mai importanti in questo momento di grave crisi». Raggiunto da ItaliaOggi, Tommaso Campanile, responsabile del dipartimento ambiente e competitività Cna, ha spiegato così la questione: «Le imprese, pur condividendo finalità e obiettivi, hanno avuto solo danni dal Sistri. Le confederazioni hanno da tempo chiesto al governo di sospendere l’attuale meccanismo. E di formulare un nuovo sistema di tracciabilità, efficace ed efficiente. Ma il ministero dell’ambiente ha sempre sostenuto la bontà di questo sistema, dicendo che non doveva essere cambiato, bensì corretto». Quindi, l’atto d’accusa: «L’obiettivo di creare un sistema vero di contrasto alle ecomafie non è giunto a compimento», dice Campanile, «per un pervicace attaccamento (del ministero, ndr) a ciò che si è prodotto, indipendentemente dai risultati ottenuti. Risultati sotto gli occhi di tutti», chiosa duro il responsabile Cna, «visto che l’operatività del sistema è stata rinviata con cinque provvedimenti di proroga e otto provvedimenti di modifica».

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