Delrio: 170 miliardi di fondi Ue, grande occasione di crescita

Fonte: Il Sole 24 Ore

Una cifra consistente: 170 miliardi di fondi europei nei prossimi sette anni, considerando anche i residui del Fondo di sviluppo e di coesione che risalgono addirittura al periodo 2000-2006. «Sono una grande potenzialità, di fronte alla quale è il momento di assumersi una responsabilità vera».

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, parlando al Centro studi di Confindustria, ha rassicurato gli imprenditori sull’impegno della politica a fare le scelte necessarie, biasimando l’atteggiamento di «rimpallo» di responsabilità che troppo spesso si verifica.

L’intenzione è di stringere i tempi: entro la prossima settimana, ha annunciato il sottosegretario Delrio, l’Agenzia per la coesione territoriale – che dovrà aiutare le Regioni ad utilizzare i fondi europei – avrà un suo direttore e comincerà a lavorare. Sull’utilizzo dei fondi Ue in questi mesi è stata rafforzata l’attività di vigilanza, supportoe attuazione dei programmi e lanciata una nuova campagna di sopralluoghi nelle Regioni: 8.400 interventi sono già stati censiti, e 400 di questi sono stati ritenuti prioritari. «Rispetto al 2011, quando eravamo al 15 per cento della spesa, oggi siamo messi meglio», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

I fondi europei dovranno essere una carta da giocare contro la crisi e per la crescita del Paese. Di fronte alla previsione al ribasso di Confindustria sul Pil, +0,2%, Delrio ha riconfermato le stime del governo, +0,8% per il 2014. «Siamo convinti che le riforme messe in campo provocheranno uno shock positivo, vedremo l’effetto degli 80 euro che ora penso non sia valutato e l’effetto delle altre riforme su lavoro, Pubblica amministrazione, spending review, giustizia», ha detto il sottosegretario a Palazzo Chigi.

L’agenda di riforme del governo, ha aggiunto, è molto serrata, «riconosciuta anche a livello europeo». Per Delrio l’analisi del presidente di Confindustria che l’Italia è fuori dal baratro «è condivisibile. Siamo fuori, abbiamo riacceso la speranza, abbiamo avviato una serie di riforme strutturali di semplificazione e sostegno del Paese, ma sono solo gli inizi, sono solo 120 giorni». Inoltre, ha spiegato riferendosi alla flessibilità di bilancio, il governo non ha chiesto di sforare le regole europee, ma che «all’interno di queste regole si dia una priorità agli elementi che favoriscono la crescita».

Il Sud deve essere considerato un’opportunità, «una leva per uscire dalla crisi». E i fondi di coesione «devono essere usati non in un’ottica locale, perché moltiplicare centinaia di piccole opere è un grave errore». La responsabilità è la chiave di comportamento «che sarà richiesta a tutti i livelli». Delrio ha fatto un esempio: «Non è possibile fare una riunione a Pompei e sentire parlare la Sovrintendenza come se fossero problemi che riguardano altri».

Per il 2015, ha aggiunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ci sono da spendere 21 miliardi, di cui 16 per il Sud. «Tecnicamente è una missione impossibile, bisogna attivare procedure straordinarie», ha detto, aggiungendo che bisogna entrare in una logica di programmazione dal basso, con i territori che ragionino sulla base della loro specificità competitiva e con progetti di lungo respiro.

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