«Debito ridotto al posto dei tagli»

Fonte: Il Sole 24 Ore

Mentre il governo accelera sull’attuazione della fase 1 della spending e imposta la fase 2 i Comuni preparano la loro “controspending”. Fatta di due proposte forti: sostituire i 500 milioni di tagli del 2012 con un abbattimento equivalente del debito; promuovere un piano di investimenti che a stretto giro consenta di ridurre la spesa corrente. Idee che sono già state presentate al ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e che il segretario generale dell’Anci, Angelo Rughetti, illustra al Sole 24 Ore.
Come forse si ricorderà, i municipi sono tra i soggetti più colpiti dal Dl 95/2012, che è stato convertito a inizio agosto con la legge 135 e che prevede una riduzione del fondo di riequilibrio del federalismo di 500 milioni quest’anno, di 2 miliardi per il biennio 2013-2014 e di 2,1 miliardi dal 2015 in poi. Entro il 30 settembre la Conferenza Stato-città dovrà decidere la ripartizione dei sacrifici sulle singole amministrazioni, che finirà poi in un decreto ministeriale dell’Interno. Fermo restando che, anche senza l’intesa, il Viminale potrà comunque provvedere e la distribuzione avverrà sui consumi intermedi del 2011.
In vista di quell’appuntamento i primi cittadini affilano le armi. «Noi vogliamo fare una riduzione della spesa intelligente, che non abbia cioè come unico obiettivo il taglio dei trasferimenti senò sarebbe la solita manovra», è la premessa da cui parte Rughetti per chiedere che vengano messe nere su bianco le priorità a cui sono chiamati i vari livelli di governo. Perché, aggiunge, «se la priorità è l’abbattimento del debito allora al posto del taglio stabiliamo che i 500 milioni del 2012 i Comuni li utilizzino per ridurre i mutui e dunque abbattere il debito». Di pari passo, per il segretario generale dell’Anci, va avviato un piano di «investimenti in due o tre settori strategici che dal secondo anno consenta di ridurre la spesa corrente». Purché vengano condivisi a monte gli obiettivi.
Ma se invece da quest’orecchio l’esecutivo non ci sentisse e confermasse il taglio da 500 milioni nella sua conformazione attuale? «A quel punto – risponde Rughetti – è chiaro che dovremmo valutare se ci sono le condizioni per sederci di nuovo al tavolo con Bondi. Per me no». Anche perché, fa notare, in ballo ci sono ancora i 450 milioni legati al gettito Imu. Così suddivisi: 300 milioni riguardano gli introiti sugli immobili comunali che sono stati erroneamente inclusi nelle stime iniziali di gettito; altri 150 si riferiscono al taglio del fondo di riequilibrio che è stato fatto sulla base dei dati Ici 2010 che nel frattempo sono stati rivisti. Insomma, conclude Rughetti, sul comparto «si sta per abbattere una nuova manovra da quasi 1 miliardo». Che i municipi difficilmente potranno sopportare.

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