Cura dimagrante per pubblico impiego: – 368 mila. I comuni segnano il calo più forte: -10,6%

Negli ultimi dieci anni si è verificata una forte contrazione nel numero dei lavoratori pubblici. Nel 2011 si contano poco più di 2,8 milioni di dipendenti, al netto degli appartenenti alle forze armate e ai corpi di polizia, con una caduta dell’11,5% rispetto al 2011, ovvero di 368 mila unità. È quanto emerge dal 9° Censimento Istat su Industria e servizi, Istituzioni pubbliche e Non Profit (> il comunicato stampa generale > il comunicato sul nuovo volto della p.a.).
Alla rilevazione hanno partecipato oltre 300 mila organizzazioni non profit, 13 milaistituzioni pubbliche e un campione di 260 mila imprese (tutte quelle con 20 e più addetti e circa190 mila unità produttive di piccole e piccolissime dimensioni). 
Innovativa nel metodo e nelle tecniche di rilevazione, l’operazione censuaria si è caratterizzata per un uso quasi capillare del web da parte dei soggetti coinvolti nella compilazione dei questionari. Proprio questo ha consentito la pubblicazione dei dati definitivi a distanza di soli quattro mesi dalla chiusura delle rilevazioni sul campo. 
Presentando il nuovo censimento dell’industria, dei servizi e delle istituzioni pubbliche, l’Istat spiega come “la trasformazione di enti da diritto pubblico a diritto privato e le politiche di limitazione del turnover dei dipendenti hanno comportato un calo anche nell’occupazione”. Oltre alla diminuzione dei dipendenti, nel settore pubblico si riducono anche i lavoratori temporanei (-21,3%), mentre aumentano in misura considerevole, del 18%, i lavoratori esterni. Nel dettaglio, tra gli enti locali, i comuni segnano il calo più forte del numero di addetti (-10,6%). Meno marcata è stata invece la contrazione nelle regioni (-8,6%).

I dati sono stati presentati ieri durante una conferenza stampa che si è tenuta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sul sito dell’Istat sono disponibili le slides degli interventi, in particolare Istituzioni pubbliche e non profit: un quadro d’insieme.
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Di Primio (Anci), per i comuni emorragia di personale preoccupante

“Non stupiscono i dati, resi noti dall’ISTAT, emersi dal 9° Censimento Istat su Industria e servizi, Istituzioni pubbliche e Non Profit sulla situazione degli organici e del personale nei comuni”. È quanto dichiara Umberto Di Primio, Sindaco di Chieti e delegato ANCI alle politiche del personale. 
Secondo la rilevazione dell’istituto di statistica, infatti, nell’ambito di un generale calo del numero di dipendenti pubblici avvenuto nell’ultimo decennio, tra gli enti territoriali, sono i Comuni ad aver subito la più forte contrazione del numero di addetti (-10,6%). 
“Questo dato non ci sorprende – aggiunge Di Primio – perché negli ultimi dieci anni le manovre finanziarie hanno imposto una cura dimagrante molto drastica agli organici degli Enti locali che ad oggi sono costretti a contenere il turn over entro limiti molto stringenti: il 40% delle cessazioni dell’anno precedente, limite che applicato anche a comuni piccoli e piccolissimi sta, di fatto, progressivamente azzerando gli organici già molto limitati di questi enti”.   
“Questo dato è tanto più significativo – evidenzia –  se si considera che nel variegato mondo delle Pubbliche amministrazioni, i Comuni sono, per eccellenza, gli enti di prossimità che forniscono servizi essenziali ai cittadini (basti pensare al sociale, alla polizia locale) e sono fattore attivo di garanzia dei diritti costituzionali fondamentali economici e sociali”.
“Questa continua ‘emorragia’, che ha subito nell’ultimo anno una ulteriore accelerata, ci preoccupa molto; auspichiamo dunque – conclude Di Primio – che si avvii, finalmente, come l’ANCI ha chiesto da tempo, una seria riflessione sulle politiche assunzionali negli Enti locali, finalizzata a valorizzarne l’autonomia e ad ampliarne i margini di manovra, in un’ottica di equita’ e nel rispetto dei vincoli complessivi del Patto di stabilità”.

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