Conti pubblici, a gennaio 800 milioni di avanzo

Il Ministero dell’economia ha comunicato che, nel mese di gennaio, si è determinato, nel settore statale, un avanzo pari a a 800 milioni di euro, rispetto ad un fabbisogno di 2.437 milioni che si era registrato a gennaio 2013. Si tratta, ha specificato il Mef, di dati provvisori. Resta il fatto che, come spiega il Tesoro, il risultato è ascrivibile all’effetto congiunto derivante dalle maggiori entrate fiscali e dai minori prelevamenti degli enti soggetti al regime di Tesoreria Unica (in sostanza, tutti gli enti locali); un provvedimento del 2012 ha abolito le disposizioni fino ad allora vigenti, ripristinando il regime degli anni ’80 e introducendo un “cassiere” unico per tutte le operazioni relative ad incassi e pagamenti relativi.

Tra le fonti di maggiori entrate tributarie c’è anche la famigerata mini Imu. Il 24 gennaio è stato il termine ultimo per pagare l’odiato balzello; si ricorderà che il governo, dopo aver abolito l’Imposta municipale unica si era reso conto di non aver individuato le coperture finanziarie relative a tutti quei circa 2.400 comuni in cui l’amministrazione aveva deciso di aumentare l’aliquota base (0,4% aumentabile di un massimo dello 0,2%). Alla fine, l’esecutivo aveva stabilito che il 40% di tale maggiorazione sarebbe dovuta essere versata dai contribuenti. Altro balzello particolarmente inviso all’opinione pubblica che ha contributo all’avanzo è la maggiorazione Tares, ovvero l’ultima rata della tassa sulla spazzatura, consistente in un tributo pari a 30 centesimi per metro quadro anch’essa versata entro il 24 gennaio 2014. Via XX settembre comunica, infine, che “sono risultati in sensibile aumento (+6% circa in termini di cassa) anche gli incassi relativi all’Iva”.

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