Comuni a caccia di case non censite

Fonte: Il Sole 24 Ore

La nuova riforma del catasto sembra essere diventata, indirettamente, un trampolino di lancio per l’attuazione del cosiddetto federalismo catastale, ossia del decentramento dei servizi catastali ai comuni di cui si parla sin dalla legge Bassanini (n. 59/97).

La riforma del catasto non è un’occasione spot, ma organizzata nell’ambito del decentramento dei servizi catastali ai Comuni, anche per l’accelerazione di quest’ultimo processo. Le fonti normative richiamate nella legge delega sono l’articolo 66, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e successive modificazioni, e dall’articolo 14, comma 27, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni.

In linea generale il coinvolgimento dei Comuni italiani è previsto per rendere disponibile all’agenzia delle Entrate i dati informativi territoriali in loro possesso e che potranno concorrere ai fini della determinazione dei nuovi estimi, quali ad esempio:

  • elenco di immobili non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita;
  • ogni altra notizia per il corretto accertamento (ad esempio la quantificazione dei parametri tecnici delle singole unità immobiliari che concorreranno alla stima).

Dovranno essere sviluppati piani operativi, concordati tra comuni o gruppi di comuni e l’agenzia, che prevedano anche modalità e tempi certi di attuazione dei piani nonché al fine di potenziare e semplificare l’accessibilità, da parte dei comuni, dei professionisti e dei cittadini ai dati catastali e della pubblicità immobiliare, attraverso l’integrazione dei dati immobiliari e l’interoperabilità dei sistemi informativi pubblici locali, regionali e centrali in materia catastale e territoriale.

La partecipazione dei Comuni è talmente significativa che in assenza dei piani l’agenzia delle Entrate provvederà a determinare, in via provvisoria, valori e rendite che esplicheranno efficacia sino all’attribuzione definitiva, da parte dell’agenzia. In ogni caso, l’ultima parola in tema di procedimenti e qualità dei nuovi estimi rimane in capo alle Entrate (in quanto materia riservata allo Stato), salvo il fatto che l’intervento dei comuni sarà consentito anche in fase di esame delle attività da parte delle Commissioni censuarie, che con la riforma, vedranno anche la partecipazione di rappresentanti degli Enti locali.

Inoltre, la legge delega, rafforzando le suddette indicazioni di decentramento prevede di individuare soluzioni sostenibili nella ripartizione delle dotazioni di risorse umane, materiali e finanziarie dei soggetti che esercitano le funzioni catastali.

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