Competenze digitali: la prossima sfida per Pubblica Amministrazione (e dipendenti pubblici)

La Pubblica Amministrazione italiana è ancora troppo carente quanto a competenze digitali: soprattutto con riferimento al personale impiegato. È ciò che affiora, con tutte le conseguenze del caso, dall’incontro avvenuto ieri tra il ministro della PA Marianna Madia e i sindacati: un incontro che riapre le porte al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, spalancando tuttavia alcune rilevanti finestre su ampie criticità che ammorbano il Pubblico impiego in Italia.
Un turnover selettivo e non più indistinto. È quello di cui necessita il pubblico impiego secondo il ministro Madia, che ha parlato di reclutamento come uno dei temi chiave nel corso del tavolo con i sindacati, stando a quanto si apprende da fonti ministeriali. Le assunzioni quindi devono essere mirate e indirizzate alle professionalità che servono, in base ai fabbisogni.

L’incontro di ieri tra Governo e sindacati è di fatto partito proprio da qui: rinnovare i contratti scaduti da sette anni e mezzo. Le risorse sono tuttavia limitate: 300 milioni disponibili, stanziati dalla scorsa Legge di Stabilità. Solo se ci sarà sviluppo, spiega la Madia, allora ci saranno anche più risorse sul piatto. Altre risorse arriveranno in autunno, con la prossima manovra, “solo se legate alla crescita”, precisa il ministro. Difficile, pertanto, prevederle con certezza.
Il ministro, per conto del Governo, avrebbe proposto l’avvio di un confronto tecnico sulle priorità del Pubblico Impiego (reclutamento, mobilità, valutazione e contratto) così da raccogliere gli input per mettere a punto l’atto di indirizzo, ovvero le linee guida per il rinnovo, e i suggerimenti per gli aspetti del testo unico che impattano sulla contrattazione.

Risorse scarse, non più attribuibili “a pioggia”, ma da distribuire in base al merito e agli obiettivi raggiunti (sui criteri per definirlo se ne riparla a settembre). Questi gli obiettivi trapelati. Risorse necessarie anche a reintrodurre assunzioni laddove ce ne sarà bisogno.
Il turnover dovrà essere legato a competenze digitali e alla conoscenza della lingua inglese (che nei prossimi concorsi dovrebbe diventare obbligatoria), entrambe poco presenti in dipendenti che hanno nel nostro Paese un’età media superiore ai 50 anni (si rammenta che secondo uno studio presentato all’ultimo Forum Pa, in Italia solo l’8% dei dipendenti pubblici ha infatti meno di 35 anni, contro il 27% della Francia).

L’incontro avvenuto ieri si configura come l’inizio di un percorso che dovrebbe portare in autunno, dopo la conclusione del confronto tecnico a metà settembre, alla messa a punto dell’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto e in febbraio all’approvazione del Testo Unico sul pubblico impiego, come previsto dalla legge delega di riforma della pubblica amministrazione.

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