C.d.M., rinviato l’ok al pacchetto sulla p.a.

La riunione del Consiglio dei Ministri è stata aggiornata a lunedì prossimo (alle 16.30) per arrivare a dare l’ok al pacchetto sulla pubblica amministrazione. Lo ha riferito il sottosegretario Filippo Patroni Griffi in conferenza stampa al termine del Cdm.

“In Cdm – ha spiegato Patroni Griffi – è stato raggiunto un accordo tecnico e politico sul contenuto” del pacchetto p.a. e ora ”l’approfondimento si è reso necessario per distribuire queste norme tra dl e ddl. L’approfondimento di alcuni temi – ha detto – è dovuto essenzialmente all’esigenza di distribuire queste norme tra il ddl e il dl in modo da concentrare le misure più urgenti nel decreto, lasciando a un più approfondito dibattito parlamentare le misure che non presentano i requisiti di urgenza”. Oltre alle norme sui precari della pubblica amministrazione e all’ulteriore taglio per consulente e auto blu, il sottosegretario ha spiegato che nel pacchetto ci saranno ”probabilmente una soluzione per l’annoso problema della tracciabilità dei rifiuti” ma anche ”un forte incremento per i vigili del fuoco e per la prevenzione degli incendi. Le norme sul precariato contenute nel pacchetto p.a. – ha detto ancora il sottosegretario – introducono una stretta sulla flessibilità in entrata per contrastare il fenomeno del precariato da ora in poi e nello stesso tempo” permetteranno di ”affrontare con meccanismi che assicurino la selettività la questione dell’enorme massa di precari accumulati in questi anni anche in settori come sanità e servizi socio assistenziali. Nel pacchetto sulla p.a. ”vi sono norme che mirano ad una ulteriore riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica in particolare sulle consulenze e le auto blu”.

Rischia invece di saltare l’articolo riguardante l’agenzia della coesione territoriale, previsto nel dl sulla p.a. Lo si apprende in ambienti di Governo. Con questa agenzia si avrebbe lo sblocco di circa 30 miliardi di euro destinati allo sviluppo. Questa norma, sempre secondo quanto si apprende, sarebbe in forse anche per la contrarietà del Pdl. Il tentativo di far nascere l’Agenzia della coesione territoriale era sfumato già un paio di volte nei mesi scorsi. Nell’ottobre 2012 era stata stralciata dalla legge di stabilità perché considerata estranea per materia. Un altro tentativo è stato fatto poi a dicembre con un emendamento del Governo al decreto Sviluppo, ma la Commissione Bilancio del Senato l’ha bocciato per problemi di copertura. L’Agenzia è stata proposta nella precedente legislatura dall’ex ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, con l’obiettivo di gestire meglio i fondi europei. “In un contesto europeo dove i fondi totali per la coesione sono stati ridotti in termini reali dell’8%, l’Italia è riuscita ad assicurarsi un pur lieve incremento: dai 29,4 miliardi di euro del 2007-2013 a circa 29,6 da impiegare dal 2014 a 2020”, spiegava a febbraio lo stesso Barca, sostenendo la necessità che l’Agenzia entrasse a regime da quest’anno in vista della nuova impostazione della politica comunitaria per il 2014-2020. Il testimone è poi passato al nuovo ministro della coesione territoriale Carlo Trigilia che ha in più occasioni sottolineato la necessità di un’Agenzia che “rinforzi le funzioni di monitoraggio, di assistenza tecnica alla gestione dei programmi e, ove necessario, di intervento attivo nella gestione dei programmi”. A fine luglio Trigilia annunciava che la creazione dell’Agenzia avrebbe potuto trovare spazio nel decreto Fare bis che avrebbe dovuto arrivare entro la pausa estiva, o comunque subito al rientro.

(Fonte: Ansa)

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