Cciaa al vaglio della Corte conti

Fonte: Italia Oggi

<p>I soggetti che all’interno delle camere di commercio maneggiano denaro pubblico o sono incaricati della gestione dei beni, sono sottoposti alla disciplina della resa del conto giudiziale, prevista dagli articoli 93 e 233 del Tuel. Ne consegue che devono essere trasmessi alla competente sezione giurisdizionale della Corte dei conti, i conti resi dal tesoriere, dal consegnatario dei beni, dal responsabile della cassa interna e dall’incaricato alla gestione dei titoli azionari.</p>
<p>&Egrave; quanto si evince dalla lettura della deliberazione n. 3/2014 delle sezioni riunite della Corte dei conti, pubblicata ieri, con cui si perviene a una chiara conclusione sulla vexata quaestio della disciplina dei conti giudiziali applicabile agli agenti contabili delle camere di commercio.</p>
<p>L’Unioncamere, infatti, con nota dello scorso maggio, ha interpellato la Corte per sapere se, in attesa delle modifiche al regolamento delle camere di commercio ex dpr n. 254/2005, le stesse siano obbligate alla trasmissione dei conti giudiziali alla sezione giurisdizionale della Corte dei conti, oppure debbano limitarsi alla mera acquisizione dei predetti modelli di conto dagli agenti contabili interni.</p>
<p>Le sezioni riunite hanno rilevato che, sul punto, si &egrave; autorevolmente espresso il ministero dello sviluppo economico (soggetto che esercita la vigilanza sulle camere di commercio) che, con nota del gennaio 2011, rilevava la sussistenza dell’obbligo di trasmissione alla magistratura contabile dei conti degli agenti contabili interni e del tesoriere. Nella nota richiamata, il Mise evidenziava gli obblighi cui gli enti camerali sono tenuti, prevedendo che gli agenti contabili devono depositare i conti al segretario generale dell’ente entro due mesi dalla chiusura dell’esercizio e che gli enti camerali li devono trasmettere alla Corte entro due mesi dalla data di approvazione del bilancio di esercizio, cos&igrave; come previsto dall’articolo 233 del Tuel.</p>
<p>Anche il Mineconomia &egrave; intervenuto sulla questione. Infatti, in una nota del marzo 2011, il dicastero di via XX Settembre condivideva le argomentazioni del Mise invitando, al contempo, lo stesso a &laquo;farsi promotore di iniziative normative che definiscano la disciplina in materia di resa del conto giudiziale da parte delle Camere di commercio&raquo;.</p>
<p>Per sgomberare il campo dai dubbi, la Corte ha sottolineato che le camere di commercio sono qualificate come enti pubblici non territoriali e che le loro funzioni, pur riguardando le categorie del commercio, industria ed agricoltura, &laquo;hanno riflessi di carattere generale e, quindi, natura pubblica&raquo;.</p>
<p>Senza dimenticare che, con diverse pronunce, le sezioni unite della Cassazione hanno riconosciuto la sottoposizione alla giurisdizione della Corte dei conti sia dell’Unioncamere che delle singole Camere di commercio (Cass. Ss.Uu. n. 404/1991).</p>
<p>Dalla lettura di questi profili, le sezioni riunite non intendono discostarsi. Pertanto, sanciscono che, in attesa di una compiuta disciplina in materia di resa del conto giudiziale da parte delle camere di commercio, i soggetti che maneggiano denaro pubblico o che siano incaricati della gestione dei beni, siano sottoposti all’obbligo di resa del conto. In particolare, dovranno essere trasmessi alle sezioni giurisdizionali della Corte, il conto del tesoriere, del responsabile della cassa interna, del responsabile della gestione dei beni mobili e immobili, nonch&eacute; il conto del soggetto responsabile della gestione dei titoli azionari. Il tutto, utilizzando i modelli previsti dal dpr n. 194/1996 in uso alle amministrazioni locali.</p>

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