Caos Tasi, Anci in allarme e Scelta Civica minaccia la crisi

Il caso casa non è chiuso. All’indomani dell’annuncio di Palazzo Chigi sull’aumento delle aliquote massime della Tasi dallo 0,1 allo 0,8 per mille per finanziare gli sconti alle famiglie il Governo deve fronteggiare i timori dei comuni e sul piano politico la “grana” di Scelta Civica che conferma la sua contrarietà all’emendamento in arrivo (al d.l. 151/2013).

“Prendiamo atto della proposta del Governo di prevedere una aliquota aggiuntiva dell’0,8 per mille sul prelievo Imu per coprire le detrazioni alle fasce deboli della popolazione, tuttavia esprimiamo preoccupazione sul fatto che questo provvedimento non risolve il problema del minor gettito derivante dal passaggio tra Imu e Tasi, ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino, al termine dell’incontro che ieri una delegazione dell’associazione ha avuto con il Ministro degli affari regionali Graziano Delrio (> la nota congiunta diffusa al termine dell’incontro). 
“Chiediamo al Governo, fin dai prossimo giorni, di adottare provvedimenti che risolvano questo problema, stante il fatto che i comuni dovranno presentare i bilanci il prossimo 28 febbraio, termine non dilazionabile per via delle prossime elezioni amministrative”
“Per fare i bilanci – ha aggiunto il presidente Anci – i comuni hanno bisogno di certezze di risorse. ” quindi decisivo che si individuino soluzioni risolutive entro le prossime settimane”
Sull’ammontare di questo minor gettito, Fassino ha ricordato come “sulla prima casa il prelievo Imu variava tra il 4 e il 5 per mille, mentre ora l’aliquota Tasi per la prima abitazione è prevista al 2,5 per mille. Stiamo facendo delle prime simulazioni ma è evidente che occorre trovare nelle pieghe del bilancio dello Stato quelle risorse che permettano ai comuni di disporre, anche per il 2014, dello stesso gettito previsto nel 2013”.

Il presidente dell’Anci Piero Fassino è poi intervenuto alla trasmissione radiofonica Baobab su Radio 1 ed ha affermato che “Il delta che separa le aliquote Imu 2013 con quella Tasi 2014 vale circa un miliardo di euro. Sulla nuova Iuc Fassino ha anche ricordato come “sulla prima casa si pagherà meno rispetto all’Imu”, tuttavia “pur essendo felici per i cittadini, non possono essere i comuni a pagare la fattura poiché questa operazione si tradurrebbe in minori servizi proprio per loro”. Dai microfoni di Radio1 è arrivata poi la promessa del sottosegretario Baretta: “Nell’incontro di stamattina (ieri mattina ndr), abbiamo convenuto con l’Anci che c’è un tempo obbligato. Non intendiamo prorogare la chiusura dei bilanci oltre febbraio, perciò entro gennaio ci sarà un ulteriore sforzo per arrivare ad una soluzione”. Un’operazione che per l’esponente del governo  “sarà utile fare insieme ad Anci, magari nell’ambito del fondo di solidarietà comunale”.

Sul piano politico il Governo deve affrontare la posizione dei Montiani. Stefania Giannini, segretaria di Scelta Civica, ha ribadito il no al rialzo delle aliquote Tasi: “Voteremo contro anche se il Governo ponesse la fiducia”, ha rimarcato. In teoria gli otto senatori rimasti fedeli a Mario Monti non bastano per mandare sotto la maggioranza. Ma certo la defezione non sarebbe politicamente indolore per il Governo Letta che a Palazzo Madama ha un margine di manovra piuttosto risicato. Scelta Civica propone di prendere un mese o due di tempo per “riscrivere tutta la fiscalità sulla casa” e rinviare a giugno tutti i pagamenti relativi. Ipotesi che il Ministro Delrio ha subito rispedito al mittente: “Non credo che siamo nelle condizioni di rivedere la Tasi, spero che gli amici di Sc ci ripensino”.

Il problema delle scadenze
Nel frattempo è ripartito il tormentone sulle scadenze. Tutti chiedono un rinvio. Ma nella legge di stabilità una data non c’è. Resta solo la prima data ‘generale’ di metà giugno e la possibilità per i comuni di far rateizzare i contribuenti. E resta anche il 24 gennaio come scadenza per il pagamento della mini-Imu (“una necessità dovuta a motivi equitativi” dice Saccomanni) una cui revisione o sostituzione con altra imposta come quella sul gioco d’azzardo “non è al momento applicabile”, come ha spiegato il Ministro per gli affari regionali, Graziano Delrio. Ma in attesa di decisione monta la polemica politica: “mi domando – dice Angelo Rughetti, deputato renziano ed ex segretario generale dell’Anci – se non valga la pena sospendere la frenesia normativa, rinviare a giugno tutti i pagamenti legati a Tasi, Tari ed Imu e nel frattempo fare un lavoro serio”. Posizione condivisa anche da Enrico Zanetti, responsabile politiche fiscali di Scelta Civica. E mentre il Codacons annuncia ricorso al TAR contro le nuove rendite catastali di Roma (e Saccomanni auspica che vada in porto la riforma dell’intero catasto) rendendo il quadro ancora più incerto continuano gli allarmi dei commercialisti: così non si capisce più niente.
La decisione del ‘rinvio’ dell’emendamento viene salutata con favore in una nota congiunta dai presidenti di Ance, Asppi, Confedilizia e Fiaip, Paolo Buzzetti, Alfredo Zagatti, Corrado Sforza Fogliani e Paolo Righi. Ma appunto l’emendamento, con i contenuti annunciati da Palazzo Chigi, arriverà comunque a breve. Infine c’è chi chiede una ‘pausa di riflessione’: “sarebbe ora che il Governo si fermasse un attimo e rimettesse in ordine le scelte che fa”, dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso.

Le osservazioni delle associazioni dei consumatori
Sulla prima casa l’arrivo della Tasi comporterà in media per le famiglie italiane un esborso che – senza considerare le detrazioni – potrebbe variare dai 247 euro dell’aliquota al 2,5 per mille ai 326 euro in media con l’aliquota del 3,3 per mille. A calcolarlo è l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha stimato le ricadute a carico delle famiglie della nuova tassa sui servizi indivisibili dei comuni. Ma i proprietari saranno chiamati anche a pagare la mini-Imu, cioè il residuo della maggiorazione sull’Imu prima casa cancellata nel 2013: l’importo in questo caso sarà di 41 euro.
“Una vera e propria stangata per le famiglie” viene definita la nuova imposta da Federconsumatori e Adusbef che invitano i comuni a definire le detrazioni “con urgenza ed in misura adeguata”, a prova di evasore. “I criteri ed i controlli sulla misura e sui beneficiari di tali detrazioni – affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – dovranno essere rigidissimi: non vorremmo che, come spesso accade, gli evasori finissero per godere di ampie agevolazioni e a pagare per intero fossero sempre le solite famiglie a reddito fisso”.
Al di là delle medie i consumatori stimano che nelle grandi città l’esborso della Tasi sarà ancora più pesante. Se l’aliquota si ferma al 2,5 per mille si pagheranno in media 307 euro a Firenze, 334 euro a Milano, 371 a Roma, 386 a Torino. Se l’aliquota balza al 3,3 per mille ecco che l’esborso sale dai 331 di Napoli ai 405 di Firenze, dai 441 di Milano ai 489 di Roma per finire con i 509 di Torino.

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