Bolletta energetica sotto la pressione di continui ritocchi

Fonte: Il Sole 24 Ore

Era già nell’aria, ma l’ultimo adeguamento del costo dell’elettricità varato dall’Autorità dell’energia (Aeeg) ha dato un’altra scossa ai conti di casa degli italiani. Un rincaro del 4,3% da maggio, pari a una maggiore spesa annua di 21,5 euro: cronaca di una “stangata annunciata”, giustificata da motivazioni già sentite, ossia la copertura degli incentivi diretti alle fonti rinnovabili e assimilate. L’adeguamento di maggio va ad aggiungersi al precedente rincaro del 5,8% già deciso a partire da aprile, altri 27 euro all’anno (per la famiglia considerata dall’Authority, con un consumo cioè di circa 2700 kWh all’anno e, sul versante gas, dotata di riscaldamento autonomo e un consumo annuo di 1400 metri cubi). Complessivamente quasi 50 euro in più all’anno (rispetto agli adeguamenti fissati a dicembre 2011) per far funzionare gli interruttori di casa. E sempre in attesa dei prossimi adeguamenti trimestrali.
Inoltre si tratta sempre di medie, valide per un profilo indicativo. E solo per le utenze luce e gas. Altre spese obbligate sono quelle per servizi come i rifiuti, l’acqua, il telefono. Più nel dettaglio, scendono le stime pubblicate in questa pagina riferite a tre tipologie di utenze, che rappresentano un’anticipazione del rapporto sulle tariffe che Ref Ricerche e Indis di Unioncamere realizzano annualmente nell’ambito dell’attività di monitoraggio dei servizi pubblici locali. Elaborazioni che ci danno anche un’idea degli aumenti “serviti” alle famiglie. Ebbene tra energia, gas, rifiuti e acqua l’incremento nel 2012 rispetto al 2011 si aggira intorno al 10% e a pesare di più sarà la bolletta della luce (e in base allo scenario più favorevole, ossia ipotizzando che le condizioni in vigore nel secondo trimestre di quest’anno non vengano variate sino a fine anno). Ma ecco i particolari.
Se nel 2011 un single con un consumo di circa 1.200 kWh/anno ha sostenuto una spesa totale intorno ai 180 euro, a spendere quasi un quinto in più (il 18%) dovrà prepararsi per l’anno in corso (211 euro). Da 252 a quasi 300 euro (+17%) salirà invece la spesa della coppia di pensionati che si limitino a 1.800 kWh, mentre intorno ai 500 euro (+14%) spenderà la coppia con figli con un fabbisogno di 2.700 kWh (profilo simile a quello monitorato dall’Aeeg).
Per le elaborazioni – specifica lo studio di Ref Ricerche e Indis Unioncamere – si è ipotizzata una fornitura a prezzo monorario, quindi non differenziato per fascia. Per le utenze dotate di contatore biorario (che ora sono la maggior parte) ricorrere a comportamenti virtuosi, concentrando la maggior parte dei consumi nelle ore meno care (la sera e la notte, nei week end e nei festivi) potrebbe consentire qualche risparmio, ma inferiore alla decina di euro all’anno (si veda il Sole 24 Ore del 30 aprile e del 13 febbraio scorsi).
Intorno al 12% si aggira l’aumento per gli stessi profili di utenze che abbiano una seconda casa (con un massimo di circa 700 euro di spesa per il nucleo genitori e figli).
Analogo (+11%) l’aggravio per il servizio gas. Il nucleo di quattro persone con 1.600 metri cubi di consumo arriverebbe a spendere quasi 1.500 euro (senza tra l’altro considerare le differenza climatiche sul territorio). E per risparmiare su questo fronte, le soluzioni non sono molte, salvo ridurre i consumi, abbassare la temperatura in casa, o investire in interventi di efficienza energetica (il che significa comunque spendere). Meno pesanti (ma sempre superiori all’ultimo indice sul costo della vita) i rincari sui fronti rifiuti (+4,9%) e acqua (+5,4%).
Nel complesso a soffrire di più sarà ovviamente il profilo numeroso, che pagherà per luce, gas, acqua e rifiuti oltre 2.500 euro (contro i 2.280 del 2011): 200 euro in più solo per l’energia.

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