Bersani: niente Imu per chi sta pagando fino a 400-500 euro

Fonte: Il Sole 24 Ore

Emilia Patta

ROMA
«Eliminare l’Imu per chi sta pagando fino a 400-500 euro». La copertura? «Una patrimoniale sugli immobili fino a un milione e mezzo di rendita catastale, che significa a mercato 3 milioni». Pier Luigi Bersani, ieri sera in tv da Bruno Vespa, aggiunge capitoli al suo programma elettorale che verrà presentato domani. Un programma decisamente nel segno dell’«equità» e del riequilibrio fiscale in favore delle fasce più deboli. Anche sull’Irpef, infatti, lo schema è quello di «una semplificazione dell’andamento delle aliquote con un abbassamento di quella più bassa e una relativa correzione di quella più alta, ma non pensiamo certo alla Francia». Dunque, niente aliquota del 75% per i redditi sopra il milione. Per Bersani il problema dell’Italia «non è quello di far pagare di più i ricchi ma quello di far emergere la ricchezza dal momento che adesso solo lo 0,9% dichiara più di 100mila euro l’anno».
Più equità ma senza spaventare il ceto medio. Un equilibrio non certo facile, per Bersani e la sua coalizione progressista. Ma il segretario è fiducioso. E a quanti gli ricordano in continuazione il “problema” Nichi Vendola ricorda che Vendola sa benissimo che è lui, Bersani, ad aver vinto le primarie. E Vendola sa anche di aver sottoscritto un documento (la carta d’intenti) che stabilisce che sulle questioni controverse ci saranno votazioni a maggioranza dei gruppi parlamentari riuniti. E dunque, ad esempio, sull’articolo 18 – che Vendola vorrebbe riportare alla vecchia formulazione precedente la riforma Fornero – non si tornerà indietro. «Sull’articolo 18 è stato trovato un punto di equilibrio: è la norma tedesca». Quanto a una possibile manovra correttiva dei conti pubblici già la prossima primavera, Bersani non si sbilancia: «Io non escludo e non dico niente, quando sarò a Palazzo Chigi si capirà meglio». Di certo per Bersani non si potrà operare solo sul lato della spesa pubblica: «È vero che va ridotta, ma se togliamo le pensioni e gli interessi sul debito è la più bassa d’Europa». E anche a Bruxelles, fermo restando il mantenimento degli impegni presi, bisognerà «allentare l’austerità».
Quanto a Mario Monti, a parte qualche stilettata e la critica alla decisione «non felice» del Professore di dare vita a una propria lista, Bersani continua a ribadire la sua apertura di credito al centro: «Anche con il 51% dei voti mi rivolgerò alle forze moderate». Dialogo per la verità inevitabile, dal momento che la lista Monti impedirà molto probabilmente a Bersani e al suo centrosinistra di conquistare la maggioranza assoluta al Senato. «Non mi piace che il business per l’Italia sarebbe azzoppare la vittoria di qualcuno per essere determinanti», è una delle stilettate a Monti. Ad ogni modo, chiarisce Bersani, anche nella «denegata ipotesi» che il Pd non avesse la maggioranza in Senato governerà chi ha più voti e sarà in ogni caso compito del Capo dello Stato sbrogliare la matassa. «Monti successore di Napolitano?». Qui arriva la stilettata più forte di Bersani, a conferma che in questo momento i rapporti non sono idilliaci. «Prendo atto della risposta che ha dato Monti a questa domanda quando ha detto che la vede un’eventualità meno probabile». In realtà Bersani ha già chiarito con i suoi che il Pd non farà l’asso pigliatutto, e che ad esempio la seconda carica dello Stato andrà ad altri. Intanto, a dare il senso della partita che si sta giocando, ci pensa anche Massimo D’Alema “riabilitando” l’ex nemico Matteo Renzi, ora più che mai utile per arginare il passaggio di voti moderati al centro: «Renzi si sta comportando molto bene, come accade nella vecchia scuola della politica. Apprezzo la sua stoffa di leader».
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