Anticorruzione, efficienza ed economicità

Fonte: www.marcoaurelio.comune.roma.it

di SANTI FABIANO

La corruzione in Italia è un fenomeno dilagante. E’ per questa ragione che è stata istituita l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Tuttavia, dal 2012, anno di insediamento della nuova autorità non si hanno segnali di contenimento del triste fenomeno. Certamente non è colpa dell’ANAC. Semmai la questione attiene alla radicalizzazione delle devianze, ormai ritenute normalità, e del convincimento che tutto ciò sia possibile proprio grazie alla “funzionale” inefficienza del sistema giudiziario.
È evidente, infatti, che se il nostro Paese avesse voluto realmente combattere la corruzione avrebbe dovuto iniziare la sua battaglia proprio rafforzando la funzione giudiziaria: assicurando che le denunce di corruzione fossero prese in esame, che quelle fondate portassero all’avvio di processi, che i fatti accertato portassero a condanne effettive. Ma così non è stato. Mentre abbiamo notizia di fatti gravi corruzione acclarata che rimangono impuniti o persino “protetti” da sistemi politici e istituzionali, si apprende di un accanimento nei confronti del sistema amministrativo, come se il dilagare del malaffare dipendesse dalla predisposizione di un modello o di un piano, in formato originale.
Sia chiaro, la pianificazione degli interventi di prevenzione, ha avuto una funzione importante perché ha messo a tema il bisogno di riaffermare le regole e la conformità degli atti alle disposizioni normative. Ma arrivare a richiamare chi “copia il proprio piano dell’anno precedente” (è successo anche questo) o chi, avendo più di un ente, erroneamente riporta in calce il nome sbagliato (anche questo è successo) non giova alla credibilità dell’azione di prevenzione.
La prevenzione della corruzione non è un protocollo, ma una cultura….

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