ANCI: “I piccoli Comuni devono essere nella condizione di semplificare il proprio operato”

Semplificazione e autonomia: questi i due centri di gravità attorno a cui orbitano le richieste fondamentali che i piccoli Comuni lombardi riuniti in assemblea nella Casa dei Comuni a Milano hanno rivolto al Parlamento, al Governo e alla Regione Lombardia.
Michel Marchi, Presidente del Dipartimento ANCI Piccoli Comuni, si è fatto portavoce di queste istanze, rilevando come “i Comuni devono essere messi nelle condizioni di semplificare il proprio operato, volgendo l’attenzione alla crescita sociale impostata dalle linee che la singola Giunta intenderà perseguire. Non è più sostenibile che si arrivi a dover adempiere a più di 70 comunicazioni obbligatorie, che, in un anno lavorativo, al lordo di ferie e corsi di formazione, sono più di un adempimento a settimana.

Piccoli Comuni: il percorso verso la semplificazione

Per precisare quanto sia necessario agevolare la quotidianità dei piccoli centri, Marchi ha ricordato “la recente questione delle sanzioni ISTAT, elevate a molti Comuni soprattutto piccoli per mancata comunicazioni di dati relativi ai permessi di costruire 2015. ANCI Lombardia si è mossa fornendo ai Sindaci una bozza di ricorso da presentare ai Prefetti e organizzando un momento di confronto qui a Milano. Inoltre, grazie anche ai parlamentari lombardi, è stato presentato un emendamento al decreto legge 50/2017 (c.d Manovrina 2017, ndr), non accolto in una prima fase ma recuperato in Commissione Bilancio del Senato in questi giorni. Un epilogo quindi positivo e importante”.
Il Sindaco di Gerre de’ Caprioli nella sua relazione ha posto l’attenzione sullo scenario quotidiano dove “i piccoli Comuni stanno perdendo tutto: farmacie, scuole, parrocchie, poste, banche… e quindi la vita! Da qui nasce il grande lavoro che a livello nazionale si sta facendo con l’operazione controesodo. E sempre da qui nascono gli obiettivi di rilancio delle aree interne”.

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L’associazionismo

In un quadro simile, inoltre, “l’associazionismo è fermo al palo, nonostante si sia parlato più volte di un accoglimento parziale delle proposte ANCI sulla ridefinizione del concetto di Unioni, Fusioni e Gestioni associate”, pertanto “parlare ormai di questo tema mi fa sentire ciambellano del nulla come cantava De Gregori”. Risulta pertanto doveroso che Governo e Parlamento “comprendano come questa partita, insieme alla ripresa della Legge Delrio, sono la prima pietra per ricostruire il rapporto Stato-Enti Locali. Se non si mette mano a queste due norme in breve tempo ci troveremo con una situazione confusionaria, instabile e incerta che non potrà che avere come effetto un disastro in termini di associazionismo dopo la tornata elettorale del 2019”.

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