A Milano parte la perequazione

Fonte: Il Sole 24 Ore

Milano mette in pratica la perequazione urbanistica. Il capoluogo lombardo, infatti ha istituito il Registro delle cessioni (delibera di giunta n. 890 del 10 maggio 2013). Non esiste una legge nazionale sulla perequazione, ma l’istituto ha già modificato i criteri di pianificazione ed è ora pronto ad entrare nella prassi delle trasformazioni edilizie delle nostre città.
La perequazione è quella tecnica di pianificazione (espressamente recepita dall’ordinamento mediante il Dl 70/2011 che ha modificato l’articolo 2643 del codice civile) che prevede una ripartizione equa dei vantaggi e degli svantaggi derivanti dalla pianificazione territoriale. In assenza di una disciplina nazionale, la perequazione viene declinata dalle singole Regioni attraverso disposizioni tra loro non del tutto omogenee (si vedano la scheda e l’articolo in basso). Le modalità La città di Milano mediante il Pgt (Piano di governo del territorio) ha introdotto e si accinge ad attuare una peculiare forma di perequazione urbanistica su base diffusa.
Il Comune ha assegnato a tutte le aree della città costruita e consolidata un indice di «Utilizzazione territoriale unico», pari a 0,35 metro quadrato/metro quadrato e, al contempo, un indice di utilizzazione territoriale massimo, pari a un metro quadrato/metro quadrato. La differenza tra i due valori potrà essere raggiunta sfruttando diverse forme di premialità, tra le quali, prima tra tutte, la perequazione urbanistica. Ciò non significa che sia possibile costruire ovunque. La perequazione milanese è, infatti, finalizzata all’acquisizione da parte del Comune delle aree da destinare a servizi e attrezzature pubbliche, classificate come «pertinenze indirette» e anche definite come aree di «decollo» dei diritti volumetrici. I diritti edificatori attribuiti a tali aree non potranno essere utilizzati in loco e il relativo sfruttamento implica, anzi, la cessione gratuita delle stesse al Comune (ove occorra previa bonifica).
I diritti edificatori così “decollati” potranno essere collocati sull’intero territorio comunale edificabile e, in particolare, nelle aree di «atterraggio», che non sviluppino già l’indice massimo pari a 1 metro quadrato/metro quadrato. E qui sta il limite della previsione del Pgt che nella sostanza non consente di densificare le zone già edificate della città, che sviluppano indici ben superiori a questa soglia.
Per dare concreto avvio alla forme di perequazione, il Comune di Milano ha dunque approvato i criteri e gli indirizzi per il Registro delle cessioni. Il sistema di registrazione deve, tra l’altro, indicare le aree di decollo, le aree di atterraggio, le quantità di diritti edificatori generati e il successivo trasferimento e sfruttamento, con i connessi dati catastali e dati proprietari. La registrazione avviene d’ufficio o su richiesta dell’interessato. Il Registro è tenuto dal responsabile del servizio gestione pianificazione generale che, al momento dell’annotazione, rilascia al proprietario un certificato attestante il numero progressivo di annotazione, l’entità dei diritti edificatori e gli estremi dell’atto dal quale derivano i diritti.
Del registro è prevista la libera consultazione anche su Internet.

 

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